La festa dei morti nell’anno del Covid: termoscanner agli ingressi e viali semideserti

VIDEO | Il 2 novembre al cimitero di Vibo Valentia. La paura del contagio è palpabile ma non ferma quanti desiderano commemorare i propri defunti. Per evitare assembramenti alcuni hanno anticipato, altri hanno preferito posticipare

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di Cristina Iannuzzi
2 novembre 2020
15:50

Polizia municipale e uomini della Protezione civile davanti agli ingressi. Misurazione della temperatura e affluenza moderata. Forse ha prevalso la paura del Covid nel giorno della ricorrenza dei defunti: viali semideserti al cimitero di Vibo Valentia, dove a causa della pandemia non è stata celebrata la santa messa.
Commemorazione che negli anni precedenti richiamava tantissimi fedeli. «Questo virus ha cambiato le nostre vite - commenta un signore di mezza età fermo davanti alla cappella di famiglia - ma oggi non potevo non essere qui, dai miei cari che non ci sono più». Già, perché quel legame con la memoria di padri, madri, fratelli, soprattutto figli che non ci sono più, per alcuni è più forte della paura del coronavirus.


«Ogni anno il 2 novembre sono qui - dice una donna intenta a sistemare i fiori-. In questa giornata il mio pensiero va a quanti hanno lasciato la vita terrena, al loro vissuto, ai loro insegnamenti».
Ingressi contingentati o meno, è soprattutto la vecchia generazione quella che non rinuncia a celebrare, con la presenza, la preghiera o un fiore, la ricorrenza dei defunti, anche se «chi non c'è più si ricorda sempre, ogni giorno, tutto l'anno».


 

Ai piedi della Grande Croce e alle cappelle di uomini illustri del vibonese: il Capitano Cremona, il poeta Ammirà e il Ministro Razza, il sindaco Maria Limardo, accompagnata dai Vigili in alta uniforme e con il Gonfalone della città, ha deposto corone d’alloro.
I fiori freschi davanti ai loculi sono la dimostrazione che molti, per timore di assembramenti, hanno anticipato la loro visita ai cari defunti. Altri verranno nei giorni a venire, magari approfittando del prossimo fine settimana, sempre che in intervenga un nuovo lockdown. Non più il giorno, ma la settimana dei defunti, quindi. È così che si vive la ricorrenza di chi non c'è più nell'anno del Covid.

Giornalista
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