Vibo, sequestrano e seviziano 36enne per estorcergli denaro: tre condanne
Prima l'amicizia sui social, poi l'invito a casa dove sarebbe stato colpito con un bastone e poi torturato con un'arma da taglio
Quattro anni e sei mesi di reclusione e duemila euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento durante la custodia cautelare. Questa la condanna emessa dal Tribunale di Vibo Valentia al termine del giudizio con rito abbreviato (che ha consentito lo sconto di pena pari ad un terzo) nei confronti della 42enne Annalisa Santaguida e del figlio 20enne Giulio Simonetta, entrambi residenti a Portosalvo, accusati di sequestro di persona, porto di armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà, perpetrati nei confronti del 36enne R.C., residente a Mileto. Gli stessi imputati vengono anche interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Per quanto riguarda il terzo imputato, il 25enne Giovanni Carnovale di Stefanaconi, ha patteggiato due anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione, oltre 1500 euro di multa e il pagamento delle spese processuali.
Giulio Simonetta è stato invece assolto dall’accusa di detenzione illegale di una pistola, perché il fatto non sussiste. Madre e figlio si trovano attualmente agli arresti domiciliari. A emettere nelle scorse ore la sentenza con rito abbreviato è stato il Gup Roberta Ricotta.
Il fatto criminoso si sarebbe consumato nel novembre scorso. Il tutto sarebbe iniziato con l’amicizia tra la donna e la vittima, nata su Facebook e poi proseguita con un incontro di persona e con l’invito della prima a passare la serata a casa sua. Una volta giunto nell’appartamento il 36enne avrebbe constatato di essere caduto in un tranello. Continua a leggere su IlVibonese.it