Vibo Valentia, processo ‘Luce nei boschi': richiesti 261 anni

Il pm della Dda di Catanzaro, Marisa Manzini, ha chiuso la requisitoria del processo ‘Luce nei boschi’ chiedendo 261 anni per 27 imputati
di redazione
8 gennaio 2015
09:41

Vibo Valentia – 261 anni per 27 imputati questa la richiesta che il pm della Dda di Catanzaro Marisa Manzini ha fatto al tribunale di Vibo Valentia chiudendo la requisitoria del processo “Luce nei boschi”. L’operazione, scattata nel febbraio 2010 e poi a ottobre dello stesso anno, ha sgominato l’organizzazione mafiosa ‘ndranghetista delle Preserre vibonesi.

 


Maggiori imputati sono i fratelli Bruno e Gaetano Emanuele accusati di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni, rapine e detenzione di armi. Per loro la richiesta e di 28 e 26 anni. Venti anni è invece la richiesta per Antonio Altamura, ritenuto il capo della “Locale di Ariola” frazione di Gerocarne. 8 anni e sei mesi è la richiesta di pena per l’ex sindaco di Gerocarne Michele Altamura, nipote del presunto boss, ed accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

 

Queste le altre richieste: 8 anni a testa per Rocco Loielo, Antonio Gallace, Vincenzo Taverniti, Nazzareno Altamura, Michele Rizzuti, Antonio Condina, Francesco Maiolo e per l’imprenditore dl calcestruzzo. Giuseppe Prestanicola di Soriano Calabro. Quindici anni a testa per Giovanni Loielo e Francesco Capomolla, 10 anni e 6 mesi Leonardo Bertucci, 9 anni e 6 mesi Francesco Taverniti, 14 anni ciascuno Franco Idà e Vincenzo Bartone, 17 anni Pasquale De Masi, 2 anni a testa Giuseppe De Girolamo, Rocco Santaguida, Girolamo Macrì, Roberto Codispoti e Bruno Zungrone, 3 anni ciascuno Giuseppe Nesci e Giuseppe Gentile, 4 anni Domenico Falbo.

 

 

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