La Calabria dolente 2.0, il nuovo libro di Filippo Veltri

Tre anni dopo l’uscita (nel gennaio 2013) della Calabria Dolente l’editore Citta’ del Sole ha mandato nelle librerie l’ultima fatica di Filippo Veltri, giornalista e scrittore: La Calabria dolente 2.0.
di Redazione
21 dicembre 2015
07:51

E’ una narrazione aggiornata della Calabria, alla luce di quanto successo in poco meno di 36 mesi, e si avvale della prefazione di Rocco Valenti, direttore del Quotidiano del Sud.


Il punto d’arrivo di questo nuovo racconto sulla Calabria di oggi e’ che il dolore della Calabria non e’ stato lenito in questi tre anni, la sua ricerca di una collocazione decente nel panorama dell’Italia continua a rimanere inevasa, i suoi problemi erano e restano tanti, di complicata soluzione e di mancato approccio alla radice vera delle questioni.



Nei tre anni che ci lasciamo alle spalle sono, per la verita’, successe tante cose, il panorama politico e’ sostanzialmente mutato e basti solo pensare che ad un governo regionale guidato da un ex missino (Scopelliti) sta facendo seguito un governo guidato da un ex comunista (Oliverio).  A Reggio Calabria da poco piu’ di un anno e’ iniziata l’era di Giuseppe Falcomata’, dopo anni e anni di governi del centrodestra prima del commissariamento per mafia.


  Basti, ancora, pensare al vero e proprio sommovimento che in campo nazionale sta segnando l’era di Matteo Renzi, con le ovvie conseguenze che tutto cio’ sta avendo anche in ambito regionale.


Eppure – scrive Veltri - non sembra sia mutata la percezione che della Calabria si ha in campo nazionale e continuano a persistere sacche di resistenza ed un grumo di problemi si addensa su vecchie e nuove questioni che rendono ancora dolente la situazione della regione.


Perche’ cio’ avviene? Perche’ la narrazione della Calabria, da cui partivamo tre anni fa, continua ad essere dettata solo dal tamburo delle mille emergenze – legalita’, lavoro e sanita’ su tutte – e mai dall’emergere e dal riemergere di potenzialita’ inespresse, di positivita’ nascoste, di slanci generosi di singoli cittadini, di valenti amministratori, di imprenditori laboriosi?
Nel racconto del libro non ci sta, ovviamente, alcuna risposta ma solo un tentativo di onesta narrazione attraverso le analisi sui vari problemi, divisi in tre grandi ambiti: il Sud, la politica, le mafie. Tre ambiti che si intrecciano varie volte, che si toccano, si dividono  ma che alla fine sono alla base del malessere e del dolore calabrese.


 Veltri non fornisce ricette ma nemmeno alibi ad alcuno: le classi dirigenti della Calabria devono sapere che il cambiamento lo innescano e lo determinano loro e che le stagioni del rinnovamento vero, del mutamento radicale di un cambio di passo e dell’immagine che si proietta all’esterno della regione sono l’effetto di politiche in senso largo che abbandonino per sempre la strada di un passato condito di errori e forzature da cui non ci si riesce ancora a liberare.
  Vedremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni se quel cambio di stagione politica segnera’ anche un cambio nella soluzione concreta dei mille problemi di una Calabria che resta tre anni dopo ancora dolente.

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