Tropea Festival: le imprese calabresi sul “Fronte Europeo”

Alla seconda giornata della kermesse culturale Florindo Rubbettino, Fortunato Amarelli e Domenico Maduli hanno discusso di globalizzazione nel contesto calabrese, nazionale ed internazionale
4 ottobre 2016
15:34

“Se non si pensa in grande, si rimarrà sempre piccoli”. Recita così uno dei fondamenti dell’economia moderna. Una tesi più che mai attuale. Un credo per le imprese calabresi di successo. Come l’Amarelli, la Rubbettino o la Pubbliemme. Tre gruppi imprenditoriali che hanno saputo, puntando sull’innovazione pur rimanendo sempre legati alle proprie origini di settore e luogo di appartenenza, espandere i propri confini oltre il Pollino e lo Stretto, in alcuni casi superando anche le frontiere europee.

 


Esperienze raccontate durante la seconda giornata del Tropea Festival Leggere e Scrivere in un appuntamento creato ad hoc al quale ha preso parte una folta platea composta maggiormente da studenti, affascinati dalle storie lavorative dei tre imprenditori passata attraverso la trasformazione dei propri prodotti, le strategie di comunicazione e i modelli di business per adattare quei prodotti alle nuove esigenze di mercato. Guardando sempre oltre il proprio naso.

 

In Calabria più che altrove, hanno raccontato Fortunato Amarelli, Florindo Rubbettino e Domenico Maduli, se ci si lascia condizionare dai limiti struttural-territoriali che la nostra regione si porta dietro, le aziende sono destinate a morire.

 

In fondo, come hanno ripetuto i tre industriali, in Calabria non siamo poveri di nulla. Basta aggiornarsi, seguire le tendenze, ammodernarsi non perdendo mai di vista la qualità. unico fattore trainante di qualsiasi mercato. Vecchio, nuovo, localizzato o globalizzato.

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