Cultura Calabria

Bronzi di Riace, spunta una nuova teoria: «Ecco come erano esposti nell’agorà di Argos»

VIDEO | Lo studioso e docente universitario Daniele Castrizio ha esposto a Reggio le sue recenti scoperte: «I due fratelli guerrieri erano all'estremità di una esedra, al centro la madre e in più le figure di contorno rappresentate dalla sorella e l'indovino Tiresia»

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di Gabriella Lax
26 agosto 2021
14:45

«Nella forma a ferro di cavallo dell’esedra i due guerrieri alle estremità, al centro la madre e gli altri due personaggi di contorno, funzionali al completamento delle storia». Ecco come erano esposti i Bronzi di Riace nell’agorà di Argos, secondo lo studioso e docente di numismatica all’università di Messina Daniele Castrizio.

Mentre prosegue a Reggio Calabria il conto alla rovescia: ad agosto 2022 saranno 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi nel mare di Riace, e delle ultime scoperte relative alle due statue si è parlato in un recente dibattito alla biblioteca De Nava di Reggio Calabria. Al grafico Saverio Autellitano è toccato raccontare come si è riusciti ad immaginare, grazie alla chimica, il colore delle due statue.


Bronzi di Riace nel gruppo dei fratricidi

Secondo gli studi di Castrizio, le statue A e B rappresentano Eteocle e Polinice, ossia il gruppo dei fratricidi, formato dalle statue dei due fratelli, con in mezzo la madre Euryganeia, le cui preghiere a nulla valsero (perché i fratelli si uccisero in duello) e poi più in là Tiresia l’indovino e la terza sorella, Antigone. Le due statue sarebbero frutto del lavoro di Pitagora da Reggio e costruite nella città di Argo, così come testimoniato dalla natura della terra in essi contenuta. Oggi nuova traccia racconta quale sarebbe stata la loro collocazione. In quale cornice, cioè erano inseriti i Bronzi.

I Bronzi di Riace nell’agorà di Argos

«Lavorando con il grafico Saverio Autellitano, ci siamo resi conto che noi possiamo ipotizzare come nell’Agorà (probabilmente) di Argos venivano esposti i Bronzi. Saverio ha preparato la ricostruzione su un’esedra». L’esedra, in architettura, è un incavo a forma semicircolare.

«E si capisce che in questa specie di ferro di cavallo i Bronzi stanno alle due estremità, il centro è occupato dall’unica statua che vorrei ritrovare, ossia quella della madre. E questa è una visione che a tre personaggi non funziona: a cinque invece sì, servono altre due figure intermedie così che la spaziatura sia perfetta e l’armonia possa esserci veramente».

E questo spiega come sono rappresentati i Bronzi: «Nei rilievi noi li vediamo in due dimensioni. Con l’esedra riusciamo a capire che avevano una disposizione spaziale tridimensionale anche bella ed interessante. Quindi i due guerrieri alle estremità che si guardano, al centro la madre e gli altri due personaggi di contorno che sono però funzionali al completamento della storia. Andremo ad Argos a vedere se troviamo la base».

Giornalista
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