Capistrano in corsa per Capitale italiana della Cultura 2024: presentata la candidatura al Ministero

Trasmesso il dossier che illustra idee e proposte: al centro del progetto gli affreschi che il pittore francese Renoir avrebbe dipinto a fine Ottocento nella chiesa matrice del borgo vibonese

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di Francesca Giofrè
20 ottobre 2021
17:52
Capistrano, nel Vibonese
Capistrano, nel Vibonese

Capistrano ha ufficialmente inviato la sua candidatura per Capitale italiana della cultura 2024. È tra le 24 città italiane che a luglio scorso avevano risposto presente all’avviso pubblico del ministero della Cultura ed ora, alla scadenza dei termini fissati, ha trasmesso il suo dossier di candidatura: sessanta pagine che illustrano il progetto e propongono idee ed iniziative e che saranno ora valutate da una giuria composta da sette esperti provenienti dal mondo della cultura, delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica. Entro il 18 gennaio saranno selezionati i 10 progetti finalisti, mentre a marzo si avrà la vincitrice - che godrà anche di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività. 


Un passo ambizioso quello del piccolo Comune vibonese, con a capo il giovane sindaco Marco Martino, che ci crede profondamente: «Quella che poteva apparire solo una provocazione, oggi diventa fiducia in un possibile risultato che potrebbe offrire un nuovo modello di sviluppo ad un territorio meraviglioso, per molti versi sconosciuto ma sicuramente da scoprire». La candidatura di Capistrano, tra l’altro, vede tra i propri sostenitori noti personaggi provenienti dal mondo del cinema e dello spettacolo. Da Emilio Solfrizzi ad Alessio Boni, da Giuliana De Sio a Debora Caprioglio, fino ad Alessandro Huber. E poi: Pino Quartullo, Gianluca Ramazzotti, Gianni Clementi, Francesca Nunzi, Milena Miconi, Cinzia Berni, Sara Ricci, Manuela Morabito, Francesca Nunzi, Marco Simeoli, Attilio Fontana, Emilio Reggente e Simone Ripa.

Il dossier trasmesso al ministero

Il dossier di Capistrano – realizzato in collaborazione con studiosi, docenti, ricercatori - parte dal tema dello spopolamento: assenza di lavoro e di opportunità negli anni hanno favorito lo svuotarsi del paese, che oggi conta all’incirca mille abitanti e sogna di riscattarsi. Ed ecco che vincere, diventare Capitale italiana della cultura, diventa «l’ultima speranza, l’ultimo baluardo» - si legge nel documento presentato al Ministero – per creare occasioni e futuro soprattutto per i giovani, così che nessuno abbia più necessità o voglia di scappar via. Ma come fare? Il potenziale c’è, si sottolinea nel dossier, e viene anche illustrato con descrizioni e testimonianze fotografiche: dal patrimonio naturale a quello gastronomico; dal patrimonio immateriale fatto di tradizioni e folklore, a quello materiale costituito ad esempio dal borgo fantasma della frazione Nicastrello o dagli affreschi di Pierre-Auguste Renoir nella Chiesa madre. 

Il pittore Renoir a Capistrano

Ed eccoci arrivati al punto forte di tutto il progetto, quello destinato ad attirare maggiore attenzione: il passaggio a Capistrano del pittore francese tra i massimi esponenti dell'Impressionismo. A lui, infatti, sono attribuiti gli affreschi “Il Battesimo di Cristo” e “L’Adorazione dei Magi” (quest’ultimo andato perduto a causa dello stato di abbandono in cui ha versato per anni). Sulla reale o meno presenza del maestro nel piccolo borgo calabrese il dibattito è ancora aperto, tuttavia a suffragare la tesi c’è la biografia di Renoir scritta dal figlio: il pittore durante un soggiorno a Napoli nel 1881 conobbe un prete calabrese che gli parlò così bene della sua terrà da indurlo a visitarla. «In un villaggio di montagna Renoir rifece gli affreschi della chiesa distrutti dall’umidità. “Non mi intendevo molto di affreschi; trovai dal muratore un po’ di polveri colorate. Chissà se hanno retto”», si legge nella biografia, e secondo diversi studiosi quel villaggio di montagna sarebbe proprio Capistrano. Nel 1993 il parroco fece restaurare l’affresco e a quel punto la probabile paternità dell’opera finì sulla stampa nazionale, attirando nel borgo appassionati e critici d’arte da ogni dove – tra di essi anche Vittorio Sgarbi. Nel 2017, poi, arrivò a Capistrano anche Jacques Renoir, nipote del pittore.

Coinvolti gli altri comuni dell'Angitolano

E ora Capistrano punta tutto proprio su quel Battesimo di Cristo, testimone del passaggio di un importante esponente di quella Cultura che si vuole rappresentare a livello nazionale. Eppure, sarebbe una vittoria che il paesino non terrebbe stretta per sé: nel progetto, infatti, si mira ad allargare a tutto il comprensorio dell’Angitolano, che comprende altri otto comuni. Vallelonga, San Nicola da Crissa, Monterosso Calabro, Polia, Francavilla Angitola, Filadelfia, Maierato e Filogaso trovano spazio nel dossier con una descrizione delle proprie peculiarità e soprattutto come "co-protagoniste" in gran parte delle proposte presentate da Capistrano, dal distretto del cibo a quello turistico, fino alla rassegna della canzone popolare e tanto altro ancora. Resta ora solo da aspettare gennaio e vedere se il comune vibonese l’avrà spuntata. In Calabria, sono due le candidate: l'altra è Diamante.

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