Compie 160 anni l’Italia unita: il suo nome nacque in Calabria

Storici, filosofi e geografi antichi definivano così la zona che dall'Aspromonte arriva alle Serre, attraversando l’attuale città metropolitana di Reggio Calabria e in parte le province di Vibo Valentia e Catanzaro

di Anna Foti
17 marzo 2021
18:52

Una delle giornate commemorative nazionali più giovani, quella odierna, istituita nel 2012 dal Parlamento per ricordare la proclamazione del Regno d’Italia avvenuta, in questa stessa data, nel 1861, esattamente 160 anni fa.

Dopo oltre ottant’anni, da quella unificazione che molti definiscono annessione, dopo due Guerre mondiali, dopo il regime Fascista e la Resistenza, quel Regno è diventato una Repubblica che la Costituzione ha blindato nel 1948 nell’articolo 139 che chiude in modo perentorio il testo: "La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale".


L’Unità, e dopo anche la Liberazione, coinvolsero il Nord e il Sud divenendo tappe di un percorso comune e fondamentale per l’identità di quella che oggi chiamiamo Italia, nome che pare sia nato al Sud.

Storici, filosofi e geografi antichi attribuirono questo nome, Italia, alla zona che dall'Aspromonte arriva alle Serre, attraversando l’attuale città metropolitana di Reggio Calabria e, in parte, quelle di Vibo Valentia e Catanzaro; solo successivamente il nome fu riferito ad un territorio che si poi estese fino a diventare il Paese che oggi conosciamo.

L’enciclopedia Treccani ricostruisce la storia del nome Italia coniugando il piano etimologico e linguistico con quello storico.

Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35) - pensiero comune anche ad Aristotele - il nome Italia deriva dal potente principe di stirpe enotrica, Italo, che governò il territorio estremo della penisola, compreso tra lo stretto di Messina e i golfi di Squillace e di Sant'Eufemia, e che lui stesso chiamò Italia. Egli fu il fondatore di Pandosia Bruzia, la capitale del suo Regno, probabilmente da identificare con la città odierna di Acri, in provincia di Cosenza.

Che tale nome restasse riferito solo alla punta dell’attuale Paese, è convinto Ecateo. Frammenti delle sue opere lo associano a Medma, Locri, Caulonia. Tuttavia è autorevole la conferma di Strabone dell’estensione del nome Italia. Al tempo in cui egli visse, tale nome designava la regione compresa tra lo stretto di Messina, il fiume Lao e il confine orientale del territorio di Metaponto (VI, 24). Lo stesso Erodoto collocava Taranto in Italia (I, 93; III, 136, cfr. Dion. Halic., I, 73) e per Tucidide (VII, 33, 4) l'Italia cominciava a Metaponto. Dunque è plausibile che anticamente questi fossero i confini dell’Italia.

Interessanti anche gli spunti etimologici. Ellanico (Dion. Hal., I, 35) racconta dello smarrimento di un capo di bestiame di Eracle mentre con il suo gregge attraversava l'Italia per arrivare in Grecia. Durante la ricerca aveva saputo che, secondo l'idioma indigeno, la bestia aveva lo stesso nome di tutta la regione, ossia vitulus, voce evidentemente derivata dal Latino nel Greco dell'Italia meridionale, indicante la ricchezza in bestiame bovino della regione. Altre popolazioni italiche avevano tratto il loro nome da animali che poi avevano dato il nome alla regione. Si ritiene, a questo proposito, che il vitello fosse il totem della stirpe degli Itali.

Spunti per riflettere su un’Italia Una e Indivisibile, come recita anche la nostra Costituzione, la cui grandezza è merito di tutti i popoli che in ogni sua parte nei millenni l'hanno abitata, riconoscendo tuttavia l'esistenza di tanti volti, spesso profondamente diversi tra loro, di uno stesso unico e straordinario paese.

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