Santi e arte

Ecco il vero volto di Francesco d’Assisi: il suo più antico ritratto realizzato quando era ancora in vita

Il santo è raffigurato senza aureola né stimmate. L'affresco di trova nel monastero di San Benedetto a Subiaco e si ritiene risalga agli anni intorno al 1220

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di Franco Laratta
10 gennaio 2022
06:30

È nel monastero di San Benedetto a Subiaco (Roma) il più antico ritratto esistente di San Francesco d’Assisi. L’unico nella storia della chiesa realizzato quando il santo ritratto era ancora vivo

Francesco viene infatti rappresentato senza aureola (tutti i santi vengono ritratti con l’aureola e sempre dopo la loro morte). E poi nel ritratto, Francesco non ha le stimmate. L’affresco ci riporta quindi ai giorni in cui Francesco era ancora vivo e più precisamente prima del 1224, anno in cui ricevette le stimmate. Ragione fondamentale per credere che questo sia il suo vero volto


Il ritratto è custodito dietro un vetro sulla parete laterale di destra della cappella di San Gregorio. L’autore sarebbe un anonimo “Maestro di Frate Francesco”, probabilmente un frate sconosciuto che dimorava nel monastero. Vi sono scritte le parole francescane: “Pax huic domui”. La sua fisionomia, semplice e dolce, esprime una grande forza spirituale in chi la guarda.

L'affresco è tuttora considerata la pittura ritraente San Francesco più antica al mondo. Potrebbe risalire attorno al 1220-23 quando l’abate Giovanni VI, volle donargli un antico romitorio benedettino, "San Pietro in desertis", alle porte della città. Qui iniziò la vita di una piccola comunità francescana.

Si tratta di un ritratto con tutte le caratteristiche stilistiche tipiche del tredicesimo secolo, in cui si tendeva ancora a stilizzare le figure e, soprattutto, i personaggi ritenuti importanti, come imperatori, papi, santi, ecc., ancora rappresentati con una certa ieraticità, tipica dell'arte bizantina e orientale. 
Solo con la figura di Giotto si ebbe il taglio netto con l'arte bizantina e la rivoluzione con il suo naturalismo e verismo, soprattutto nelle raffigurazioni dei volti con caratteri somatici ed espressivi mai dipinti prima, che lasciano trapelare addirittura i sentimenti dei vari personaggi, oltre alle loro personalità.

Un grazie particolare va all’apprezzato studioso e restauratore d’arte calabrese, Antonio Libonati, per le notizie sul ritratto e la sua ubicazione. Ai più sconosciuti.

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