Quando il rap racconta la depressione nella musica di una reggina a Boston

La storia di Gaia Leone originaria di Reggio e a Boston grazie a una borsa di studio. Del brano Music is dead ne cura produzione, arrangiamento e suona il basso elettrico

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di Gabriella Lax
18 marzo 2020
18:41

L’ultimo brano l’ha registrato a Los Angeles, in quelli che sono stati gli studi degli Smashing Pumpkins o di Vinnie Colaiuta, musicista di Sting. Ne ha fatta di strada Gaia Leone, giovane musicista reggina che ha lasciato l’Italia per una borsa di studio alla Berklee School of music di Boston.

La canzone è “Music is dead”, scritta da Tristan Simone, Gaia ne cura produzione, arrangiamento e suona il basso elettrico. Si tratta di «un brano che – racconta - abbiamo registrato e prodotto tra Boston e Los Angeles per Tristan Simone (voce e testi), emergente artista hip-hop. Il team di produzione è interamente italiano, oltre me c’è Leonardo Bertinelli (recording engineer, mixer e produzione). Il pianista che appare nel video è Riccardo Gresino, anche lui studente Berklee, proveniente da Torino. Di grande aiuto nell’organizzazione è stato un altro reggino, il batterista Marco Morabito.

La delicata tematica del disagio mentale diventa un rap

“Music is dead” un rap, scandito dalla dolcezza del piano e accompagnato nel dettare i tempi da un basso che sostiene senza sovrapposizioni e forzature. Ma soprattutto “Music is dead” è un crescendo di emozioni. No, la musica non è morta ma parla il linguaggio di tutti i giorni e passa dal trasporto che consuma rabbia e si apre al dolore. E poi infine all’arrendevolezza, come la battaglia fosse persa.

«Un mix sperimentale spiegano gli autori – ma ben riuscito, che rende l’idea adeguatamente. Di fondo una tematica non semplice da trattare, il disagio mentale.


Il significato del testo è molto denso – chiarisce la musicista reggina - Tristan ha scritto questo brano che affronta dei temi molto particolari, anche in maniera abbastanza cruda: temi relativi una storia personale, demoni che si combattono, depressione.

Una storia romanzata per immagini forti di questo ragazzo che è sconfitto, sembra distrutto e che ovviamente non trova un via d’uscita, per cui per lui, come artista e come musicista, la musica è morta. Perché per lui la musica è come la vita e quando la musica viene meno è come quando la vita stessa non avesse più alcun senso. Un tema forte che sono stata immensamente onorata di condividere con lui perché trovo molto coraggioso il fatto non solo mettere su carta queste emozioni di cui noi tutti ci vergogniamo o di cui abbiamo paura, ma anche l’essere riuscito a farlo in modo elegante, che mette insieme alla delicatezza del tema un modo forte di trattarlo col rap denso ed aggressivo in certe parti».

A maggio il tour anche in Italia

E il “compito” degli arrangiatori e produttori, è stato proprio quello di bilanciare il tema delicato e la sua aggressività «ed esprimerlo con un arrangiamento che desse spazio alle parole: quindi è stata tolta la batteria e tutto il superfluo, per accompagnarlo con le note del piano, avvolgente, coinvolgente e il basso perché il modo in cui ho arrangiato le mie parti dovrebbe costituire più che un fondamento di groove, considerato che Tristan è bravo nel rap ed ha già il suo fondamento ritmico. Ho cercato di fare da controcanto, una voce bassa che potesse accompagnare ed evidenziare queste sue parole. Il mix è inusuale, sperimentale però siamo contenti del risultato».

Ma le novità non sono finite. «Il brano è solo un teaser di un album che verrà fuori a maggio – conclude Gaia - e che è l’album di debutto di Tristan “The testimonial dance of Bella Madness”, un progetto grande, al quale stanno partecipando tre band, di cui una di soli italiani. Per noi è stato bellissimo portare un po’ del nostro talento. E a maggio speriamo di riuscire a portarlo in Italia».

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