Il messaggio

Gli auguri di Natale del vescovo Maniago agli studenti: «Anche le asperità della vita possono generare del buono»

Il presule alla guida della diocesi Catanzaro Squillace scrive ai ragazzi: «Affinché possa nascere qualcosa di nuovo è necessario che qualcosa di vecchio muoia»

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di L. C.
21 dicembre 2022
07:04

«Astronomicamente il Natale cade nel solstizio d'inverno, che celebra la vittoria della battaglia annuale della luce sulle tenebre». Così inizia una lettera che l'arcivescovo metropolita della diocesi Catanzaro Squillace, Claudio Maniago, indirizza a tutti gli studenti e alle studentesse.

«Per questo, nel 461, Papa Leone Magno individuò la data del 25 dicembre per celebrare la nascita di Cristo Signore: sole spirituale, fonte di luce interiore, di calore relazionale, di movimento solidale, di prosperità e fecondità del cuore; promessa di stagioni esistenziali calde e luminose per quanti, in situazioni di vita difficili, fanno esperienza di rigidi e bui inverni dell'anima.


Come per l'alba di ogni giorno nuovo, anche il Natale dell'uomo non si dà una volta per tutte, ma accade ogni volta che questi trova l'audacia di attraversare, affrontare e vincere le grandi crisi di senso e di significato che la storia non risparmia ad alcuno quando si entra nella "notte buia". Il messaggio simbolico che la notte è madre del giorno, possiamo coglierlo nelle icone medievali della natività, in cui la Vergine partoriente è rappresentata avvolta da un manto nero, perché nero deve farsi lo sfondo per permettere al raggio di luce di attraversarlo e di squarciarlo per partorire l'aurora, preludio di un nuovo giorno.

Cari ragazzi e ragazze, anche grazie agli strumenti culturali di cui vi andate dotando con lo studio scolastico serio e rigoroso, comprenderete che le asperità della vita, sebbene generino oscurità, solitudine e angoscia, possono essere accolte e rielaborate come il travaglio che precede il parto. In quei momenti non lasciatevi vincere dallo smarrimento del cuore, ma ricordate che affinché possa nascere qualcosa di nuovo è necessario che qualcosa di vecchio muoia. Per questo in autunno la foglia cade, affinché al suo posto, in primavera, sbocci una nuova gemma. Da parte mia continuo ad assicurare a tutti voi ed ai vostri cari, preghiera e vicinanza, formulandovi gli auguri di serene festività natalizie».

Giornalista
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