Confronti in tv

I diritti umani raccontati attraverso le arti, alla Capitale vis-à-vis Isabel Russinova

L’attrice e conduttrice televisiva descrive com’è nata la sua passione per essere una “cercatrice di storie” e ripercorre i suoi esordi nel talk di Paola Bottero - GUARDA LA PUNTATA

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di Redazione
7 aprile 2022
11:56

Che fine ha fatto una delle star più amate dal pubblico negli anni Ottanta? Isabel Russinova, attrice e conduttrice televisiva, protagonista della puntata di vis-á-vis di mercoledì 6 aprile, nel dialogo con Paola Bottero, direttore strategico del gruppo e del network, svela alcuni punti emozionanti e alcune novità della sua carriera.

«Io sono nata a Sofia in pieno inverno e in piena guerra fredda. Conservo ancora degli affetti importanti nel mio luogo d’origine, soprattutto con i miei cugini. La regina delle rose è un libro che ho dedicato proprio alla mia famiglia, in questo romanzo narro anche dell’unione tra la cultura russa e quella bulgara. Ho fatto il ginnasio a Trieste e il liceo a Cortina. Ho sempre voluto fare l’attrice e adoro essere una “cercatrice di storie”, perché questo aiuta a trovare “il senso dell’uomo nel tempo”. Ho iniziato come reporter di moda e ricordo perfettamente l’atmosfera del mio primo festival di Sanremo, che è stata per me un’esperienza assolutamente nuova, perché io venivo dal settore della moda. Devo essere sincera con la televisione non ho mai avuto, in realtà, un rapporto di grande amore. Pur essendo stata molto spesso sotto i riflettori, non mi sono mai innamorata dell’essere io personaggio, probabilmente perché non desidero tanto porre me stessa al centro della scena, ma preferisco in genere poter raccontare le storie di altre donne, di altre persone».

Nel descrivere il suo interesse per la scrittura e il teatro, non solo dal punto di vista emotivo, ma anche sotto il versante del genio creativo, ha accennato alle sue attuali collaborazioni con enti e organizzazioni dedite ai diritti umani: «Dal 2012 collaboro con Amnesty International e, attraverso le loro campagne, cerchiamo un modo per affrontare, con il teatro, alcune tematiche delicate. Per esempio abbiamo portato in scena le donne afgane, con uno spettacolo che è al contempo testimonianza di impegno civile e denuncia internazionale contro la barbarie dei talebani. Come simbolo del femminile negato nell’attuale Afghanistan abbiamo messo in luce Rabia Balkhi, poetessa vissuta nel X secolo, che è stata uno dei più appassionanti modelli di donna “faro” della cultura araba».

Per saperne di più guardate la puntata di vis-à-vis su LaC play


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