Arte calabrese

Dal cinema alle Eolie, a Tropea la prima mostra di acquarelli di Fabio Cernuto

FOTO | La settima arte e i paesaggi dell'arcipelago siciliano sono i soggetti delle opere del giovane artista di Gioia Tauro, che spera di «risvegliare anche solo un'emozione» in chi vorrà osservarle

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di Franco Laratta
25 settembre 2023
08:19
Gli acquarelli di Cernuto
Gli acquarelli di Cernuto

È la prima volta di Fabio Cernuto, 33 anni, di Gioia Tauro. Un giovane artista che ha studiato cinema, regia e doppiaggio. Ha pubblicato due libri per Articoli liberi. I suoi lavori hanno notevole successo, anche sui social, ma lui, che ama la riservatezza, non ama apparire, non ha mai voluto esporre al pubblico. Ora finalmente la sua prima mostra, a Tropea, dove per una settimana si potranno ammirare i suoi meravigliosi acquerelli. Opere che colpiscono per l’eleganza, la tenerezza, i colori, la luce. Che solo un artista sensibile e delicato come Fabio Cernuto poteva realizzare.

«Mi sono avvicinato al mondo dell’arte da molto piccolo, da quando ho memoria. Ho sempre disegnato qualsiasi cosa trovassi interessante, dai personaggi Disney alla natura, o che io consideravo “bella”. Ma crescendo sentivo un bisogno di espressione maggiore, con altre forme ancora inesplorate, e che poi ha trovato completezza con la scrittura. Prima la poesia e poi il mondo del cinema, nel quale è stato possibile costruire un mondo nuovo, diverso, capace di accogliere ciò che la realtà non mi dava», ci dice. 


La tua mostra di acquarelli dal 26 settembre a Tropea. Fabio spiega la tecnica dell’acquerello. E il racconto.
«Il cinema e la natura sono i soggetti di questa mostra. Attraverso la tecnica dell’acquerello è possibile spaziare da una ricerca del dettaglio magari di un volto con pennellate decise, lente, studiate con attenzione, a qualcosa di più evanescente, che sfumi nell’astratto, e quindi nel sogno, dove i colori si mischiano con assoluta libertà, senza la preoccupazione dell’errore, ma si accolgono e si abbracciano come fossero pesci nel mare. L’acqua rimane l’assoluta protagonista perché è il simbolo della purezza, ha il potere di riflettere il senso di libertà, e magari di lavare le impurità che ci portiamo dietro».

Il titolo della mostra è Dal Cinema alle Eolie. Partiamo dal cinema dove troviamo la prima serie di dipinti che intendono suggestionare lo spettatore.
«Nella prima serie di dipinti c’è il racconto cinematografico. Qui si propongono i volti di attori e attrici tra i più importanti nella storia del cinema, ma che in realtà hanno avuto un’importanza per il mio percorso di formazione. Loro non sono dei miti, ma degli amici che mi hanno accompagnato nella crescita, alcuni più di altri, ma tutti, con una bellezza che trasuda dallo sguardo, hanno scosso un’emozione che è rimasta indelebile. In alcuni dipinti, di fianco al volto, troviamo elementi del mondo animale o della natura in genere, questo per creare un discorso lontano che inizia con l’osservazione della realtà, quindi del volto così com’è, a qualcosa di più sognante, fantastico che chiude il cerchio della natura dell’uomo, perciò possiamo trovare pesci che volano nel cielo o uccelli nuotare nel mare».

Poi la seconda parte. Le Eolie. Ma non si tratta solo di paesaggi di così superba bellezza. C’è ben altro.
«Le Eolie sono sempre state lì, accovacciate sull’orizzonte, a svelarsi di sera magari nelle giornate più terse. Li ho sempre osservate dal balcone di casa a Gioia Tauro, e hanno avuto il potere di accendere una luce che poi si è trasformata in un dipinto o in una poesia. Questa serie di quadri vuole soprattutto raccontare quel dialogo che c’è sempre stato, in silenzio, solo tra noi. E lo si fa partendo dall’osservazione del reale, dalla descrizione di un paesaggio che è unico al mondo, così come l’architettura, la florida vegetazione che trabocca di lato all’aridità delle pietre vulcaniche, per essere infine la superficie su cui si può costruire una storia bellissima, magari d’amore».

La mostra non vuole solo ‘mostrare’ le opere dell’artista. Quanto coinvolgere chi la osserva in un’esperienza emotiva totalizzante. Di cosa si tratta?
«Quando si crea qualcosa che dovrebbe essere arte, e quindi destinato agli altri, si spera sempre che ci sia un coinvolgimento emotivo in chi osserva, è sufficiente risvegliare anche solo un'emozione, però così intensa da costruire una propria storia, un proprio racconto anche se rimarrà un sogno. Sognare è l'obbiettivo dell'arte, sia da parte di chi la fa, sia da chi la osserva».

Suggestioni, natura, colori in una serie di opere che non lasciano indifferenti i visitatori. Anzi colpiscono per la loro raffinata delicatezza. Una sfumatura di bellezza che contrasta con un mondo che sembra sempre più ruvido e scostante. Dal 26 settembre tutti i giorni al Club La Fenice di Tropea.

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