Un alfabeto illustrato, tante parole da imparare e un chiaro obiettivo: preservare la lingua e la cultura arbëreshë. È questo il cuore del libro Le mie prime parole arbëreshë, autoprodotto da Eliana Godino e Sara Baffa, un progetto nato dalla curiosità del piccolo Mario – figlio di Eliana – e che si è trasformato in uno strumento prezioso per la trasmissione di un patrimonio linguistico in via d’estinzione.

Un lavoro pensato per i bambini

«Mio figlio mi chiedeva spesso: “Mamma, come si dice questa parola in arbëreshë?” – racconta Liana negli studi di Cosenza Channel – e non trovando libri adatti alla sua età, ho deciso di crearne uno». N'è nato un lavoro pensato per i bambini ma capace di parlare a tutti, adulti compresi: «Come ha scritto anche Pino Nano nella prefazione – spiega – questo è un progetto pilota che non esiste altrove».

Grafica, illustrazioni, impaginazione: tutto è stato curato direttamente da Godino, laureata in grafica editoriale, mentre Baffa ha fornito le parole e gli aneddoti nella lingua arbëreshë. Sette mesi di lavoro, ricerca e disegni, culminati in una prima presentazione entusiasta a Santa Sofia d’Epiro, paese d’origine dell’autrice.

La presentazione del libro a Santa Sofia d'Epiro

Un libro che unisce generazioni

«Abbiamo avuto una bellissima risposta - dice Eliana con evidente soddisfazione - i bambini erano entusiasti, ma anche i nonni hanno partecipato con grande emozione. È un libro che unisce generazioni». E proprio ai suoi nonni è dedicato il volume: entrambi parlavano arbëreshë, e anche se la lingua non le è del tutto familiare, Godino si è posta un obiettivo ambizioso: «Entro un anno voglio imparare perfettamente l’arbëreshë».

L’autrice ha coinvolto anche studiosi e storici locali per garantire l’accuratezza culturale e linguistica del testo, tra cui Francesco e Luigi Fabbricatore, Elio Formosa ed Elio Miracco. Il libro è ricco di immagini, come quelle che raffigurano il telaio antico (argalia), il papà (jàt), o la rondine (ndollonishe), parole evocative della tradizione orale e popolare.

L'intelligenza artificiale tra fotografia e grafica

Nel dialogo si è parlato anche di futuro e innovazione, come l’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo della fotografia e della grafica: «Non è un rischio - afferma Godino - può essere un supporto, purché usata con criterio. Ma nulla potrà mai sostituire l’occhio umano, l’esperienza e l’emozione di uno scatto autentico».

Il libro è disponibile su Amazon e sta già riscuotendo un ottimo successo. «Non ci aspettavamo tanta partecipazione, è stato emozionante», racconta Eliana, che ha inviato una copia anche al professor Vito Teti, in linea con la sua riflessione sulla “restanza”: un modo per restare nei luoghi d’origine, tenendo viva la memoria e rinnovandola. L’intervista si è chiusa con un messaggio semplice ma profondo: la cultura si coltiva da piccoli, con immagini, parole e affetto per le proprie radici.