Il viaggio fotografico

L’omaggio del ginecologo catanzarese Miceli a tutte le donne del mondo: «40 storie, 40 racconti senza parole»

VIDEO  In occasione dell'8 marzo il professionista che si occupa della salute delle donne, ha realizzato una mostra fotografica raccogliendo una serie di scatti realizzati durante i suoi viaggi

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di Rossella  Galati
7 marzo 2023
16:30

40 volti di donne che attraverso la forza espressiva di uno sguardo riescono a raccontare la storia di un popolo ma allo stesso tempo ci ricordano il ruolo della donna nella storia e nel mondo. È l'omaggio che Saverio Miceli, ginecologo catanzarese, ha voluto fare a tutte le donne in occasione della loro festa raccogliendo una serie di scatti realizzati durante i suoi viaggi in giro per il mondo, dall'India all'Argentina, dall'Iran al Madagascar, secondo i canoni della street photography, esponendole nel suo studio e offrendole simbolicamente alle pazienti del reparto di ginecologia dell'ospedale Pugliese di Catanzaro, dove lo stesso opera, insieme a un ramoscello di mimosa.

L'omaggio al mondo femminile 

Che siano espressioni gioiose o sofferenti, di denuncia o protesta per i diritti negati, nonostante nazioni e latitudini diverse, le donne immortalate dallo specialista, offrono uno spaccato autentico ed efficace dell'universo femminile in diversi ambiti e ruoli sociali, nelle varie fasi della vita. «40 storie, 40 racconti senza parole – spiega Miceli – ritratti di donne che raccontano la propria storia senza parlare, utilizzando solo la forza dello sguardo. Sono fotografie scattate per strada, catturate in maniera complice ma senza posa, istantanee di incontri occasionali de unici».


La forza della fotografia

«Osservare queste foto, incontrare questi sguardi significa perdersi nel ricordo delle atmosfere di quei luoghi, nei suoni, nei rumori, nei profumi. Riosservarle il giorno dopo significa immaginare una volta ancora una storia diversa , riscrivendola in sintonia con il proprio mutato stato d'animo. Sono figure che esprimono, nella loro semplicità e spontaneità – prosegue – una forza enorme e diventano simbolo, esempio, icona. Icone di donne in gravidanza, in contesti sociali e sanitari difficili come in India, in un villaggio Masai, in Madagascar. O icone di maternità laica di mamma lavoratrice, di mamma bambina o ancora di nonna premurosa e attenta nei confronti del nipotino, uguale in tutto il mondo. Icone di allegria, follia, forza, entusiasmo, energia, colore, come le ragazze Cos-play in Giappone, a Rio de Janeiro o le spose di Samarcanda».

Il messaggio dietro gli scatti

Il viaggio fotografico di Miceli arriva inoltre al «diritto alla libertà di espressione della mente e del corpo simboleggiato in Iran dall'obbligo dell'hijab. Al diritto alla verità reclamato dalle madri di Plaza de Mayo, dei desaparecidos scomparsi in Argentina tra il 76 e l'83 durante la dittatura militare». Dunque un singolare tributo al pianeta donna da parte di chi quotidianamente si occupa della salute femminile. «Ho voluto raccontare un universo femminile lontano e diverso da noi che merita di essere conosciuto ed omaggiato oggi, festa della donna, domani e poi domani ancora. Per sempre».

Giornalista
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