La lentezza creativa (candaliare) con cui Macagnino invoglia a tornare alla terra

VIDEO | Concerto del musicista reggino nell'ambito degli eventi promossi dalla cooperativa sociale Terre di Vasia, per distanziarsi dal mondo della produzione   

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di Agostino Pantano
2 agosto 2020
15:05

Prendi il silenzio placido campagna a cavallo tra le province di Reggio e Vibo, mettici la voglia di convivialità che questa estate emergenziale ha fatto riscoprire, e al tutto dai il sottofondo della musica di due maestri calabresi di primordine: Fabio Macagnino e Francesco Loccisano. Si chiama Candalìa il concerto che hanno proposto nel ciclo di eventi gratuiti promossi dalla cooperativa sociale “Terre di Vasia", una vallata nel comune di Serrata che è anche fattoria didattica.

 


La formula mette insieme contatto con la natura, visite nell’azienda, cena sociale e alla fine un concerto o una rappresentazione teatrale, 9 incontri eventi in tutto per fare in modo che la dove regna il silenzio della campagna appartata, si imponga il suono del ripensamento.

 

«Il verbo candaliare nel dialetto reggino – spiega Macagnino – non identifica l’azione di chi è pigro, ma di chi si prende il giusto tempo per riscoprire i valori e vivere liberandosi dai ritmi della produzione». Gli incontri proseguono venerdì 7, all’insegna della poesia dialettale nel nome di Sahro Gambino riletto dal figlio Sergio.

Giornalista
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