A piedi scalzi per sei chilometri dietro la Madonna di Melito Porto Salvo

VIDEO | Un culto che affonda le sue radici nel 1600. Il quadro che raffigura la Vergine, protettrice dei marinai, viene portato in processione dal borgo di Pentedattilo

di Giovanni Verduci
27 aprile 2019
21:58

«La accompagneremo per tre lunghi giorni per mettere nella mani di Maria Santissima di Porto Salvo l’intera comunità di Melito Porto Salvo e quella dei comuni limitrofi. Abbiamo bisogno di pace e serenità anche nei nostri cuori e, quindi, lo facciamo con grande devozione». Così Patrizia Crea, vice sindaco di Melito Porto Salvo, ha salutato l’uscita dalla chiesa protopapale di Pentedattilo dell’effige della Madonna di Porto Salvo, nel giorno in cui il quadro è ritornato alla marina dopo un mese passato a proteggere dall’alto della rupe a cinque dita la sua comunità di fedeli. Migliaia di cittadini hanno seguito la processione che, guidata da don Olivier (parroco di Pentedattilo) e don Ivan Iacopino (parroco di Porto Salvo a Melito), ha percorso gli oltre sei chilometri che separano il borgo medioevale dalla città di Melito Porto Salvo. Dietro la protettrice dei marinai, anziani e giovani, donne e bambini, malfermi e devoti che hanno ricevuto una grazia da Maria e la seguono lungo il suo cammino a piedi scalzi.

 


In questi giorni a Melito Porto Salvo si rinnova un amore profondo e consolidato nel tempo. Da oltre 350 anni il popolo fedele alla Madonna salvifica degli uomini di mare, si ritrova davanti alla porta della chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo per accompagnare il quadro sino alla marina e farle festa per tre giorni. Il quadro della Madonna di Porto Salvo è una tela del 1600 di autore ignoto, arrivato sulla spiaggia di Melito di Porto Salvo, via mare; e ritrovato dai marinai di quel tempo precisamente dove sorge oggi il Santuario. Il dipinto della Madonna di Porto Salvo, secondo una ricostruzione storica ed artistica di Pasquale Faenza, “raffigura la Madonna con Bambino mentre protegge un veliero in balia delle onde. È possibile supporre che la tela fu realizzata in concomitanza alla costruzione dell’edificio innalzato nel 1680 per volere del Marchese Domenico Alberti di Pentedattilo, sui resti di una più antica chiesa che sorgeva, in località, “Portus Veneris”. L’opera, come ribadito da Solferino, potrebbe pertanto ritenersi frutto di Antonio Cilea, artista reggino operoso tra il Sei e il Settecento”.

Nel rispetto di una tradizione secolare come ogni anno i melitesi il 25 marzo accompagnano la Sacra effigie di Maria Santissima di Porto Salvo dal Santuario in riva al mare alla contrada Tabacco e la consegnano al popolo di Pentedattilo (Pentadattilo in greco-calabro), che sulle dolci note dell’Ave Maria la porta fino alla chiesa Protopapale dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo.
Lungo tutto il periodo che intercorre tra il 25 marzo e il penultimo sabato del mese di aprile la Chiesa Arcipretale del Borgo di Pentedattilo diviene meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli.

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