Il campionato

Miglior panettone del mondo, due pasticcieri calabresi conquistano il podio

VIDEO | Medaglia d'argento per il dolce realizzato dal titolare di una pasticceria a Santa Maria del Cedro. La moglie che lo affianca quotidianamente nella piccola attività di famiglia commenta: «Con noi ha vinto tutta la Riviera dei Cedri»

di Francesca  Lagatta
10 novembre 2021
20:00

Passione, amore e sacrificio. Graziella Errico e Salvatore Pignataro non hanno dubbi: sono questi gli ingredienti principali per sfornare un panettone di qualità. E loro, di panettoni, se ne intendono. I due, moglie e marito, sono i titolari di una piccola pasticceria di Santa Maria del Cedro e qualche settimana fa si sono aggiudicati la medaglia d'argento al campionato mondiale del panettone ("The best panettone of the world 2021" ndr), categoria "classico", organizzato a Roma dalla Federazione internazionale pasticceri.

Da quel momento la piccola bottega artigianale è stata letteralmente sommersa da richieste e prenotazioni giunte da tutta Europa, che in prossimità del Natale non accennano a diminuire. «Siamo davvero felici - dice la donna - ma i grandi numeri non ci interessano. Preferiamo servire i clienti di sempre, continuando a ricercare la qualità dei prodotti, senza compromessi». «Anche perché - le fa eco il marito -, senza la qualità non si va da nessuna parte».

Il concorso per il miglior panettone al mondo

Graziella e Salvatore sono iscritti da tempo alla Federazione internazionale pasticceri e così quando è stato organizzato il concorso, hanno subito manifestato la volontà di partecipare. «Ma senza troppe pretese - precisa Graziella -, era più che altro un modo per confrontarsi con i colleghi provenienti da tutto il mondo».

E invece quella sorta di gita fuori porta si è trasformata ben presto in un'emozione unica: «Io però non ho potuto assistere alla premiazione - dice ancora Graziella -.A causa delle restrizioni Covid ho dovuto attendere fuori da Palazzo Rospigliosi», la prestigiosa struttura sorta sul colle del Quirinale che ha ospitato l'evento. La notizia ha fatto subito il giro tra amici e clienti, che poco dopo hanno infuocato il cellulare di entrambi per congratularsi. «Siamo contenti di aver rappresentato la Calabria e la Riviera dei Cedri in una competizione così importante. Ringraziamo la nostra federazione per questa meravigliosa esperienza».


Il panettone calabrese e le richieste dall'estero

Tornati a casa, Graziella e Salvatore erano tornati al lavoro, come fanno quotidianamente, senza dare troppo peso a ciò che era accaduto, pensando che di lì a poco l'entusiasmo sarebbe scemato. «E invece - dicono - il telefono ha cominciato a squillare di nuovo», ma questa volta persino dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera. «Sono arrivate una miriade di prenotazioni, che però abbiamo dovuto respingere».

Il motivo lo spiega Salvatore: «Questo tipo di prodotto ha bisogno di molta cura e di pazienza. Per una sola infornata, ad esempio, si comincia il lunedì alle 5 del mattino e si finisce il mercoledì pomeriggio. Il lievito madre è importantissimo, va impastato e alimentato in un certo modo. Se si va di fretta, si finisce per creare qualcos'altro e si perde la qualità del prodotto. Allora tanto vale acquistare un panettone industriale, sarebbe la stessa cosa». I grandi numeri non fanno per loro: «Manterremo le stesse attrezzature di adesso, pensiamo soltanto a soddisfare il palato di quei clienti che in oltre 30 anni di attività ci hanno concesso di arrivare fino a qui. La nostra vittoria è la vittoria di tutta la Riviera dei Cedri».

L'amore come ingrediente principale per un buon panettone, dicevamo poc'anzi, e mai come in questo caso non è soltanto un modo di dire. «Ovviamente - confessa Salvatore - in questi anni ci sono stati dei momenti di sconforto, ma io non ho mai mollato perché sapevo di poter contare sulla mia famiglia». In particolare sulla moglie Graziella, che con lui condivide la passione lavorativa, e sui loro amati figli, che hanno scelto di specializzarsi in altri settori, ma continuano a fare il tifo per mamma e papà. «Finché avrò le forze - dice ancora Salvatore - farò questo mestiere. Potrei riposarmi, certo, ma non riesco a rimanere troppo a lungo lontano dal mio laboratorio». E alla domanda su quanto abbiano contato per lui gli affetti per arrivare al successo, risponde con gli occhi lucidi: «La mia famiglia per me è tutto».

 

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