Università

Notte europea dei ricercatori, la Mediterranea di Reggio Calabria c’è per l’undicesimo anno: «Crediamo tanto nei giovani»

Il magnifico rettore Giuseppe Zimbalatti apre l’evento sottolineando il contributo dell’ateneo al territorio e alla cittadinanza. Lectio magistralis di Petre Roman sui cambiamenti climatici

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di Claudio Labate
27 settembre 2024
17:47

Laboratori e centri di ricerca di tutta Italia aprono le proprie porte per l'edizione 2024 della Notte Europea dei Ricercatori, in programma proprio oggi 27 settembre, con centinaia gli eventi dedicati a grandi e piccoli, tra giochi, mostre, esperimenti e spettacoli, con il comune obiettivo di far conoscere al pubblico, risultati e sfide della ricerca scientifica. Anche quest’anno l'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria ha risposto presente all’iniziativa, giunta alla sua undicesima edizione.

Il progetto dell’Ateneo reggino - SuperScienceMe – Research is your Elevation - mira a diffondere la cultura scientifica attraverso mostre, conferenze, esperimenti e altre attività coinvolgenti, con l’obiettivo di promuovere le professioni della ricerca mostrando l'importanza e l'impatto della ricerca scientifica sulla vita quotidiana, favorire l'incontro tra ricercatori e cittadini creando un dialogo stimolante e, infine, sostenere la citizen science coinvolgendo attivamente il pubblico nella ricerca scientifica, dalla progettazione alla disseminazione dei risultati.


«L'obiettivo – ha detto il Magnifico Rettore Giuseppe Zimbalatti – è quello di avvicinare quanto più possibile il mondo della ricerca della sperimentazione e alla città, al territorio, alle persone, alle famiglie, e noi siamo andati oltre il singolo evento anche quest'anno. Tant'è che oggi iniziamo una serie di appuntamenti molto interessanti dopo aver festeggiato e celebrato i nostri dottori di ricerca, con una lectio magistralis di una persona di straordinario livello quale è Petre Roman».

L’adesione all’undicesima edizione della Notte europea dei Ricercatori affonda le radici, per Zimbalatti, nella mission dell’Ateneo reggino: «Noi crediamo tanto, ovviamente non solo come dover istituzionale ma anche come sentimento della Mediterranea, nei giovani, nel dottorato di ricerca all'inizio e poi nella loro prosecuzione dentro e fuori all'Università perché sappiamo che siamo un territorio che deve esplorare sempre e più degli altri perché viviamo qualche particolare condizione di disagio, e quindi da questo punto di vista cerchiamo di impegnarci al massimo per rendere sempre più consapevole la nostra cittadinanza».

Soddisfatto anche il professore Massimo Lauria, ProRettore alla Ricerca della Mediterranea, che ritiene che il programma della Notte di SuperScienceMe riesca a coniugare e rappresentare le anime poliedriche dell’Ateneo. «Si alterneranno infatti, nel corso dei tre giorni della manifestazione, approfondimenti su temi di strettissima attualità scientifica quali i cambiamenti climatici, il fenomeno delle migrazioni e l’innovazione tecnologica, con eventi di respiro culturale e alla presenza di prestigiosi ospiti. Sarà anche l’occasione per riflettere pubblicamente sugli esiti delle azioni di ricerca in corso (progetti europei, PNRR e di Rilevanza Nazionale PRIN), che coinvolgono con sempre maggiore credibilità, a livello nazionale e internazionale, moltissimi tra studiosi e ricercatori della Mediterranea».

Un ricco programma

L’evento si svolgerà su più giorni. Già nel pomeriggio di oggi due interessanti talk, il primo su Migrazioni e conflittualità sociale a Palazzo Zani, a cura del Dipartimento DIGIES, e il secondo sul Ruolo della transizione digitale nel campo della tutela e valorizzazione dei beni culturali presso la Residenza Universitaria di via Roma. Il prorettore Vicario Francesca Fatta ne parlerà con Fabrizio Sudano, direttore del MArRC. 

Lunedì 30 settembre, alle ore 9, i due dipartimenti di ingegneria, DICEAM e DIIES, presenteranno la figura dell’ingegnere Rodolfo Zehender al quale, nel corso di una cerimonia pubblica, verrà intestata la via di accesso al plesso di Ingegneria. Seguirà la lezione di benvenuto alle matricole.

Nel pomeriggio alle ore 15, il Dipartimento dArTe aprirà le porte di uno dei propri laboratori, il BFL, per consentire a studenti e cittadini di partecipare live all’esperimento di simulazione degli effetti di una bomba d’acqua sulla facciata di un edificio.

Martedì 1 ottobre, alle 10.30, il Dipartimento di Agraria presenterà il progetto Riforest@graria e contestualmente verrà inaugurato il primo bosco urbano realizzato dall’Università Mediterranea.

Nel pomeriggio alle ore 18.00, in collaborazione con il circolo del Cinema Charlie Chaplin, la chiusura della manifestazione con l’inaugurazione della Sala Cineforum di Ateneo, con la prestigiosa presenza del regista Mimmo Calopresti e la proiezione del film “Aspromonte. La terra degli ultimi”.

Insomma, per dirla col Rettore, «un po' di attività» che l’università mette al servizio dei suoi studenti e della comunità accademica, ma anche della cittadinanza.

La consegna delle pergamene e la lectio magistralis

Anche l’assessore regionale Caterina Capponi, delegata alla Cultura, politiche sociali, infrastrutture sportive e politiche giovanili, ha colto con spirito positivo l'invito del magnifico Rettore Zimbalatti, che la presenta anche come docente affermata, rispetto alla giornata inaugurale della Notte dei ricercatori: «Penso che in questa giornata ci sono i dottorandi di ricerca che oggi concludono questo percorso meraviglioso di studi, e c’è l'Ateneo reggino che ha sempre dimostrato una certa sensibilità alla ricerca, allo studio, e c’è a mio avviso la scelta di questo professore (Petre Roman), che tratta un argomento fondamentale e di grande attualità, che sposa completamente appieno quello che è il cambiamento climatico». 

La giornata apertasi con l’esecuzione degli inni (italiano, rumeno ed europeo) ad opera del Coro polifonico dell’Università insieme al Coro lirico Francesco Cilea, è proseguita con la consegna delle pergamene, per poi lasciare spazio alla lectio magistralis di Petre Roman, politico, accademico e scienziato, sul tema dei cambiamenti climatici.

«Noi usiamo l'equazione della fisica, più la statistica e il calcolo di probabilità – ha detto Roman - in modo da passare dai modelli teorici verso dei modelli che sono più vicini, molto più vicini, ogni giorno più vicini alla realtà. Questo è la scienza del clima. Noi, umanità siamo capaci di trovare metodi e di fare una ricerca profonda, e devi fare una ricerca profonda, fondamentale, per simulare i processi nella natura e in questo modo arrivare a quello che si chiama “net zero” (Net Zero consiste nell'obiettivo di raggiungere “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale, ndr), che non è uno slogan. Purtroppo è diventato quasi uno slogan, ma non è vero perché “net zero” è la descrizione esatta di quello che dovrebbe essere il clima».

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