Con una cerimonia partecipata e commossa, durante un consiglio comunale aperto, Cosenza ha conferito la cittadinanza onoraria allo studioso, due anni dopo la sua scomparsa. Un lungo applauso ha accompagnato l’omaggio a uno dei più grandi intellettuali italiani, capace di coniugare sapere e umiltà, cultura e umanità
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Un lungo e sentito applauso ha accompagnato il primo atto della cerimonia con cui Cosenza ha voluto rendere omaggio a Nuccio Ordine, conferendogli – nel giorno del suo compleanno – la cittadinanza onoraria. Un gesto simbolico ma profondamente sentito, che ha unito istituzioni, accademici, rappresentanti della politica e semplici cittadini attorno al ricordo di una figura che ha segnato la vita culturale italiana e internazionale con la forza silenziosa del sapere, dell’impegno e dell’umanità.
A due anni dalla sua scomparsa, il nome di Nuccio Ordine continua a risuonare con una forza che va oltre la memoria: è presenza viva, è traccia profonda nel cuore di chi lo ha conosciuto, letto, ascoltato. Uomo di straordinaria levatura intellettuale e morale, Ordine ha saputo incarnare l’essenza più nobile dell’insegnamento: non salire mai in cattedra per sovrastare, ma per camminare insieme. Non ostentare il sapere, ma condividerlo con passione e semplicità. Non cercare applausi, ma seminare idee.
Presenti, oltre al Consiglio comunale aperto, il sindaco Franz Caruso, l’onorevole Anna Laura Orrico, Pasquale Tridico, e Gianluigi Greco in rappresentanza dell’Università della Calabria, di cui Ordine è stato un pilastro.
Tutti, nei loro interventi, hanno tratteggiato un ritratto sincero e toccante del professore: un intellettuale raffinato, un umanista nel senso più pieno del termine, capace di parlare al cuore delle persone oltre che alla loro mente.
Le parole che si sono susseguite dal palco non sono state semplici elogi di circostanza, ma vere e proprie lettere d’amore a un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo, dentro e fuori l’università. “Un faro che continuerà a guidarci”, ha detto il sindaco Caruso. “Un pensatore universale che ha scelto di restare nella sua terra per renderla più luminosa”, ha aggiunto Anna Laura Orrico. “Un simbolo di ciò che la cultura dovrebbe essere: impegno civile, dialogo, curiosità, servizio”, ha sottolineato Tridico.
Nel tempo della velocità, dell’efficienza, della produttività a tutti i costi, Nuccio Ordine ha difeso con coraggio l’idea di una cultura gratuita, libera, non piegata agli imperativi del mercato. Lo ha fatto nei suoi saggi, tradotti in decine di lingue, nei suoi corsi universitari, nelle conferenze in giro per il mondo. Ma lo ha fatto, soprattutto, con l’esempio: restando sempre vicino ai suoi studenti, alle loro domande, alle loro fragilità.
Cosenza ha reso onore a un suo figlio illustre. E nel farlo, ha ricordato a se stessa – e a tutti noi – che non c’è futuro senza memoria, e non c’è civiltà senza maestri. Nuccio Ordine era, e resta, uno di questi. Non un intellettuale da celebrare solo con le targhe, ma una voce da custodire e da ascoltare ogni volta che ci chiediamo cosa significhi davvero educare, pensare, essere liberi.