Sperimentazione

Parte da Reggio Calabria e Bergamo l’Erasmus italiano, il ministro: «L’idea è creare mobilità da Nord a Sud»

Gli studenti avranno la possibilità di trascorrere un periodo di studi nell'ateneo partner. Soddisfatti i due rettori, Zimbaletti e Cavalieri. Il titolare del dicastero Bernini: «Stanziati 10 milioni per i prossimi due anni»

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di Redazione
21 novembre 2023
21:37
L’Università Mediterranea di Reggio Calabria
L’Università Mediterranea di Reggio Calabria

Prende forma l’Erasmus italiano, il programma che consente agli studenti di trascorrere un periodo di studi in un’altra Università in Italia. Il progetto ambisce a rendere l'offerta formativa più flessibile, valorizzare l'autonomia di atenei e studenti e colmare il divario tra Nord e Sud offrendo allo studente la possibilità di associare più opzioni formative proposte nell’ateneo di iscrizione a quelle disponibili in un altro ateneo.

«Considerato il crescente interesse per il programma di mobilità studentesca nazionale, che permette a studenti e studentesse di arricchire il proprio curriculum accademico e professionale a fronte di un impegno finanziario più limitato rispetto a quello generalmente previsto in una mobilità internazionale, l’Università degli studi di Bergamo e l'Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria  - è scritto in una nota dei due atenei - hanno istituito un programma di borse di studio finalizzate alla frequenza di insegnamenti (con il sostenimento dei relativi esami finali) presso l'ateneo partner».


In particolare, nel corso dell'anni accademico 2023/2024, alcuni studenti dei corsi di laurea magistrale di area ingegneristica e di Scienze della Formazione Primaria trascorreranno un periodo di tempo, fino a sei mesi, nell'ateneo partner. «Questa degli atenei di Bergamo e Reggio Calabria rappresenta  - viene sottolineato - la prima sperimentazione in Italia che si inserisce nel piano strategico del Mur, come dimostrato anche dal finanziamento inserito in manovra pari a 10 milioni per i prossimi due anni. I due atenei, alla presenza del ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, hanno presentato il progetto ai propri studenti».

Il ministro Bernini: «Creare mobilità dal Nord al Sud»

«L’idea dell’Erasmus italiano è creare mobilità, soprattutto dal Nord al Sud. Il Ministero è fortemente impegnato sul successo di questa misura, tanto da aver stanziato 10 milioni in due anni. Le borse avranno un valore adeguato, sicuramente superiore ai 1.000 euro. Sarà il Ministero a stabilirne i valori dopo un confronto con le parti in campo. E comunque, sono sicura che la misura sarà fortemente attrattiva. È stato veramente un piacere partecipare a questo abbraccio virtuale tra Bergamo e Reggio Calabria in attesa di poter salutare presto i primi ragazzi che partiranno per questa esperienza, come Alessia, studentessa di Scienza della formazione primaria all'Università di Bergamo che ha aderito tra i primi al programma», ha dichiarato Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, intervenuta nella presentazione online di questa mattina. 

La soddisfazione dei due rettori

«Questa dell’Erasmus italiano – ha spiegato il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri – è un’iniziativa dal potenziale enorme. Siamo entusiasti di essere, insieme all’Università di Reggio Calabria, precursori di un progetto che porterà beneficio a entrambi gli atenei e ai rispettivi studenti, arricchendone il bagaglio formativo, esperienziale e personale».

«Non è un caso che il primo Erasmus italiano attivi uno scambio Nord-Sud. Siamo difatti convinti che questa nuova azione voluta dalla Ministra serva proprio ad aprire i confini dell’offerta formativa e anche grazie a una maggiore interazione tra gli atenei del nord Italia e del Mezzogiorno. – ha dichiarato Giuseppe Zimbalatti, rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - L'Università Mediterranea, da sempre interessata alla circolazione dei saperi in ambito internazionale, intende così realizzare un ponte ideale tra gli atenei italiani, per definire in modo sempre più concreto quella formazione flessibile a cui aspira ogni studente, e per valorizzare le specificità e le eccellenze sia del proprio ateneo che di quello Bergamasco. Ci auguriamo che questo progetto pilota possa domani costituire una routine nell’iter formativo di ciascuno studente iscritto in un ateneo italiano».

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