Pietra d'inciampo per il calciatore antifascista del Cosenza deportato

Vittorio Staccione militò tra i rossoblù in serie C per tre stagioni all'inizio degli anni trenta. Morì nel campo di concentramento di Mathausen a soli 40 anni

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di Salvatore Bruno
23 gennaio 2019
07:27

C’è anche il nome di un ex calciatore del Cosenza, Vittorio Staccione, tra quelli incisi su una delle nuove quindici pietre d’inciampo installate a Torino, nella settimana che introduce alla Giornata della Memoria. Dopo aver vestito all’ombra della Mole la casacca granata, vincendo anche lo scudetto, poi revocato per una storia di combine, e quella della Fiorentina, negli anni trenta approdò in riva al Crati, calcando il manto erboso di quello che sarebbe poi diventato lo stadio Emilio Morrone.


Con il Cosenza disputò tre stagioni in serie C, una delle quali sensazionale, conclusa con il terzo posto. Rientrato a Torino entrò a lavorare in Fiat, diventando ben presto un oppositore del fascismo. Alla guida di una protesta operaia contro il regime, fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Mathausen dove morì nel marzo del 1945 all’età di soli 40 anni. (Foto del sito ufficiale FC Torino)


Giornalista
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