Reggio, Fabrizio Romeo pipaio da tre generazioni: una tradizione familiare diventata arte

VIDEO | Nato nella casa accanto alla storica fabbrica di Marina di San Lorenzo, è cresciuto dentro questa tradizione artigiana, divenuta una passione oltre che una professione. Nel suo laboratorio crea pipe richieste in tutto mondo

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di Anna Foti
19 aprile 2021
22:30

«Un mestiere si radica in me fin dalla nascita. Una foto di quando avevo solo un anno, già mi ritrae con una pipa in bocca. Posso dire di essere cresciuto dentro questo lavoro, perché sono nato in un edificio dentro l’opificio di famiglia e non c’è ricordo fin da quando avevo dieci anni che non sia legato alla fabbrica di pipe fondata da mio padre», ha raccontato Fabrizio Romeo, maestro pipaio calabrese da tre generazioni, noto in tutto il mondo.

Ci sono storie in cui è impossibile tracciare una linea di demarcazione tra la vita e il lavoro perché tra la casa in cui si è nati e la fabbrica in cui si è cresciuti non vi è un confine definito. Quella di Fabrizio Romeo è proprio una di queste. Figlio di Sebastiano dal quale ha imparato l’arte ed anche il valore dell’onestà nel lavoro e che negli anni cinquanta fondò a Marina di San Lorenzo, sul litorale ionico di Reggio, l’unica fabbrica manifatturiera di Pipe esistita in Calabria, Fabrizio Romeo è ancora oggi particolarmente orgoglioso della sua storia e molto legato anche alle foto che la raccontano. Sono affisse sul muro dove lui può vederle ogni giorno, nella stanza del laboratorio che, alla fine degli anni ottanta, quando l’opificio di famiglia andò in disuso, aprì a Reggio Calabria. Ultimo di cinque figli, Fabrizio Romeo, è stato l’unico ad aver continuato questa particolare tradizione artigiana. Qui si dedica alla sua grande passione che è sempre stata e resta quella di fare le pipe.


Non sono i tempi dei prozii materni e del padre, della segheria e della fabbrica, quando copiose erano le produzioni in serie degli abbozzi per esportazioni oltremanica, prima, e delle pipe rifinite per il commercio in tutti i continenti, poi. I fumatori di pipa oggi non solo tanti come un tempo. Tanti sono invece i collezionisti e gli estimatori che la fumano. Oggi le pipe, dunque, si ricercano perlopiù come pezzo unico e artistico e pure adesso, come allora, raggiungono i mercati internazionali. «Il mercato nel quale opero oggi è globale perché gli appassionati sono sparsi in tutto il mondo.

Le mie linee di lavorazione sono due. Proseguo con la produzione delle pipe classiche e, in momenti di particolare estro e fantasia, realizzo delle pipe alle quali cerco di dare un tocco originalissimo per forma e per venature. Posso arrivare a produrre trecento pipe da collezione l’anno, dipende dalla richiesta anche perché, trattandosi di un lavoro manuale con un notevole impegno dei polpastrelli, la pipa artistica richiede molto tempo per la sua lavorazione. Tra le ultime che ho realizzato ce n’è una a forma di giglio. Avevo visto dei gigli e, ispirandomi alla primavera, ne avevo posto una accanto a me nella postazione di lavoro e per riprodurlo in radica», ha raccontato l’artigiano calabrese Fabrizio Romeo.

Ancora oggi un marchio molto quotato richiesto in Europa, America e Cina, citato nelle più prestigiose riviste anche di settore, ma a dare a Fabrizio Romeo l’autentica soddisfazione è questa arte di fare la pipa che richiede passione, tempo e dedizione, esattamente come fumarla. Essa ha una ritualità e un ritmo anche nella sua lavorazione. «Parto dalla radica, l’erica calabrese. Essa viene sbozzata, bollita e lasciata essiccare per due anni. Quindi inizio a fare la pipa vera e propria. Comincio dalle venature che seguo per realizzare il disegno. Procedo con il foro per il fornello, ossia la camera del tabacco che attraverso il foro di tiraggio del cannello sarà poi collegata al bocchino per fumare. Poi conferisco la forma desiderata, sempre in armonia con le venature.

Si tratta di un lavoro quasi completamente manuale che, eseguito per decenni a mano, oggi realizzo con l’ausilio di alcuni dischi abrasivi. Seguono la carteggiatura e la levigatura con paste abrasive e tamponi che assicurano una superficie idonea per una lucidatura ottimale, che viene eseguita con l'impiego di cere naturali e di spazzole di cotone di diverse dimensioni. Il tutto culmina nell’apposizione del timbro del marchio che rende la pipa pronta per il mercato», ha spiegato il maestro pipaio calabrese.

Sono, dunque, le venature del legno a guidare e nutrire quel tocco inconfondibile di Fabrizio Romeo che rende riconoscibile nel mondo questa tradizione artigiana familiare e calabrese.

 

 

Giornalista
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