A scuola di buona politica: al via il corso di formazione a Lamezia

L’appuntamento è per sabato 9 febbraio nella sede di Union camere Calabria. Tra i relatori anche l’ex presidente della Camera Luciano Violante

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di Pa. Mo.
5 febbraio 2019
15:06
Un corso di formazione
Un corso di formazione

Sabato 9 febbraio parte in Calabria una scuola di formazione politica. L’appuntamento è alle 09:45 nella sala conferenze della sede di Union Camere Calabria in via delle Nazioni a Sant’Eufemia Lamezia. Si chiamerà “Scuola di Formazione per il bene comune”, nasce dalla necessità di formare quadri che siano in grado di comprendere la complessità della partecipazione al governo della cosa pubblica e alla vita sociale. Una necessità vitale in una società come quella contemporanea, squassata dalla decadenza e dall’approssimazione. A promuoverla in altre regioni la Fondazione per la Sussidiarietà e la Fondazione Italia Decide. In Calabria, invece, saranno “Il Sud già e non ancora”, il Movimento futuro plurale, centro studi Aletheia, e avrà una partecipazione istituzionale di Camera di commercio di Crotone e Confcommercio Calabria centrale.


«L’iniziativa va incontro all’esigenza sempre più avvertita, di una partecipazione attiva e cosciente alla vita sociale, ormai sempre più oscurata da forme apparenti di protagonismo – affermano gli organizzatori - che conducono in realtà ad un isolamento inconsapevole. L’attuale crisi della democrazia e della politica richiede più che mai una società civile in grado di sviluppare libertà di pensiero e capacità critica, ma soprattutto una passione per il bene comune fatta di assunzione di responsabilità e ricerca della verità. Il Paese ne ha urgente bisogno. Il rischio che gli italiani stiamo correndo, con la cosiddetta disintermediazione, risiede nella caduta del confronto democratico e nella carenza di una conoscenza che porti alla risoluzione dei problemi e dei conflitti che caratterizzano sempre la realtà sociale. Si finisce con il ritrovarsi in una società che non conosce e non decide, una società che galleggia su perenni conflitti aperti e irrisolti. In epoca di post-ideologia, inoltre, sono necessari anche nuovi punti di riferimento nell’accostarsi alla lettura della realtà».



Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, sostiene che «bisogna ricominciare a mettersi insieme, come quando l’Italia, uscita da una guerra tragica, fu ricostruita, sviluppata con il contributo di persone di diverso orientamento ideologico, e diventò una grande potenza industriale, un Paese che aveva un preciso ruolo nel mondo e nello stesso tempo onorava una forza che nasceva nella coscienza di ciascuno: il desiderio, la voglia di migliorare, di seguire un percorso di emancipazione personale e collettiva».


Il programma messo in cantiere è di grande livello e spazia in 7 lezioni che affronteranno diversi temi: 1. Democrazia, libertà, sussidiarietà; 2. Italia e Europa; 3. Educazione, bene comune, etica pubblica; 4. Intelligenza artificiale e diritti dell’uomo; 5. I nuovi nazionalismi dall’India agli Stati Uniti, passando per l’Europa; 6. Conoscere per Decidere; 7. La politica come servizio al popolo.
Le lezioni della “Scuola” si svolgeranno cadenza mensile tra febbraio e novembre presso la sede regionale di Unioncamere in via delle Nazioni a Lamezia Terme.


Ci saranno dei momenti teorici e momenti di testimonianza diretta. L’obiettivo è quello di analizzare e condividere le migliori prassi relative alla partecipazione “dal basso” alla vita sociale e politica orientate al bene comune. Ciò al fine di creare maggiore conoscenza dei processi politici e istituzionali. Chiaramente, il fine di tutto ciò, è finalizzato a formare una classe dirigente preparata e motivata, in grado di «decidere perché conosce». E, in questa indispensabile necessità di affidare la gestione del bene comune a chi sia innanzitutto in possesso della virtù della conoscenza che ancora una volta ci viene incontro la riflessione del presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini quando afferma: «È accaduto che mentre le società occidentali si aprivano ai sistemi democratici e diventavano comunità sempre più avanzate, ad esempio sul piano scientifico, la politica perdeva la sua credibilità e lentamente cominciava ad essere percepita come l’ambito di un potere dedito a controllare masse di persone isolate, scorrettamente informate e sostanzialmente sole».


Grandissimo anche il livello dei “relatori” delle varie di sezioni di studi: Aldo Brandirali, prof. On. Paolo Manichedda, sen. Mario Mauro, Prof. Raffaele Perrelli, on. Luciano Violante.


Pa.Mo.

Giornalista
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