Conflenti, genitori contro il sindaco: «No alla costruzione della nuova scuola»

Un gruppo ha inviato una lettera al primo cittadino, al dirigente e all'ufficio scolastico per esprimere il disappunto sul nuovo progetto previsto in località Passo Cereso. In alternativa si dicono pronti a iscrivere i figli nei paesi limitrofi

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7 novembre 2019
14:12

«Abbiamo segnalato nelle forme e nei modi istituzionalmente più corretti il nostro disappunto sul metodo che il sindaco di Conflenti, Serafino Paola, sta attuando in merito alla scelta di costruire il nuovo istituto scolastico presso la località Passo Ceraso». Esordisce così la lettera firmata da un nutrito gruppo di genitori degli alunni scuola primaria e dell’infanzia del plesso Coscaro, attualmente ubicata in locali siti in via “Cinque Palmi” del Comune di Conflenti che hanno deciso di scrivere al sindaco del comune di Conflenti, al dirigente e all'ufficio scolastico regionale per esprimere il loro disappunto sul progetto che prevede la realizzazione del nuovo istituto in località Passo Cereso.

 


Per i genitori si tratta di «un’opzione che non ci trova d’accordo alla luce dei prevedibili disagi che la costruenda scuola andrebbe ad arrecare ad una parte consistente di popolazione scolastica.

Una nuova struttura, in una zona non servita da buona viabilità, anzi diciamo pure dotata di un collegamento rivelatosi abbastanza pericoloso negli anni scorsi, esporrebbe l’utenza a rischi non proprio da sottovalutare. Senza contare che l’ubicazione di passo Ceraso è oggettivamente scomoda, tranne che per qualcuno forse.

 

Sia ben chiaro - si legge ancora -, nessuno dei sottoscritti pretende che i propri figli abbiano il privilegio di poter frequentare sotto casa le rispettive classi, ma la chiusura di plessi storici come, ad esempio, quello di San Mazzeo, per il cui miglioramento strutturale  sono stati previsti finanziamenti di una certa importanza, non può avvenire per “decreto del principe”.

Un sindaco può imporre una scelta o, al contrario, può  scegliere di condividerla, parteciparla e quindi offrirla alla propria comunità al fine auspicabile di trarre vantaggio da un confronto democratico sulla stessa».

In questo caso - scrivono i genitori «a noi sembra che il sindaco di Conflenti abbia optato per la logica del “decretum principis”: si fa come dice lui, punto e basta.

Insomma, chi ci sta, ok, chi no, è un cattivo e fa parte di una marginalissima minoranza sediziosa (speriamo che all’ipotesi di sedizione non segua pure una denuncia per attentato alla Costituzione..).

Rilievi di stile a parte, cosa costa al Sindaco promuovere un confronto democratico, davvero democratico però, con tutte le parti in causa che possano parlare e non solo  ascoltare monologhi senza contraddittorio? D’altro canto stiamo parlando di una cosa seria: l’ubicazione della futura scuola  che crediamo andrà a scontentare una gran fetta di popolazione scolastica sia di San Mazzeo che  della stessa Conflenti.

 

Merita o no, caro sindaco, un confronto civile questa importante scelta amministrativa? Noi crediamo di sì. E crediamo pure che Lei si sbagli nel classificare frettolosamente, che fa rima con comicamente, ”sediziosi” quanti auspicano l’apertura di un confronto cittadino . Le politiche scolastiche dovrebbero nutrirsi di percorsi condivisi, avulsi dal vizio che qualcuno ha di buttarla sempre nella caciara politica. Qui si tratta del futuro scolastico della nostra comunità.

Fino a quando si ipotizza la costruzione di un parco acquatico in una “nota” zona balneare quale è passo Ceraso, nulla quaestio, ci può pure stare, mal che vada ci facciamo due risate.

Ma l’impuntatura del primo cittadino  su un unico e solo indirizzo riguardante il nuovo istituto scolastico mortifica un intero paese perché restituisce l’idea che un valore comunitario come la scuola si debba affrontare solo a colpi di maggioranza, e perciò, ci permettiamo di sottolinearlo, non è un bene, neanche per la maggioranza stessa».

 

La lettera si conclude con l'auspicio di un confronto con il sindaco e «con esso l’apertura di una pagina di democrazia verso cui non si può essere allergici, magari partendo dal documento che abbiamo protocollato in Comune e che riteniamo meriti di essere considerato. Al contrario, preannunciamo al sindaco  che non faremo nessuna sedizione, ma saremo costretti a promuovere una migrazione di massa dei nostri figli verso gli istituti comprensivi di altri paesi limitrofi.

E non per il gusto di andargli contro politicamente,sia ben chiaro!. Ma proprio per sottrarre il bene- scuola alla logica della caciara politica».

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