La lettera aperta

Serra San Bruno, esperti contro il progetto che cambierà il volto al santuario: «Accostati due stili che stridono tra loro»

I lavori previsti nel piazzale suscitano una serie di perplessità riguardo alla tutela e alla conservazione del sito originario: «Crediamo opportune nuove riflessioni»

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di Redazione
14 gennaio 2024
21:30

Un progetto che cambierà il volto del piazzale su cui sorge il santuario di Serra San Bruno. Un lavoro necessario ma che non convince, nelle sue modalità, alcuni studiosi ed esperti che hanno deciso di indirizzare al sindaco e ai cittadini di Serra una lettera aperta in cui esprimono le proprie perplessità. «Il sito di Santa Maria del Bosco, scelto da San Bruno nel 1091 per l’insediamento della sua comunità monastica e caro alla memoria e alla devozione dei serresi, sta per cambiare radicalmente aspetto» si legge nel documento firmato da Domenico Pisani (storico), Salvatore Dominelli (docente all’Accademia delle Belle arti e artista), Salvatore Regio (architetto) e dai rappresentanti della Casa della cultura Sharo Gambino.

«Il progetto che sta per essere eseguito – scrivono – modificherà il piazzale antistante la lenta gradinata del Santuario che presenta, allo stato attuale, una inadeguata copertura di asfalto stradale e pali della luce con cavi aerei in bella vista proprio sul cosiddetto “laghetto”, ovvero il bacino idrico che ricorda la penitenza del Santo tedesco nelle acque gelide del fiume Ancinale. Un restauro andava, dunque, doverosamente fatto».


Ma, secondo gli esperti, non in questi termini. «Il progetto, certamente ben congegnato nei suoi aspetti tecnici, la cui validità non si vuole mettere in discussione, non convince sul piano della tutela e della conservazione del sito originario, fatto costruire nel 1645 dal priore don Tommaso Cantini da Firenze. La composizione architettonica del laghetto, infatti, è pienamente barocca e vede la trasformazione dello spazio naturale in una quinta scenografica in cui le sculture – considerando la scomparsa dei famosi cani inginocchiati e con ogni probabilità della figura del Conte Ruggero – costituiscono gli attori e offrono con intenti didascalici, la comprensione degli eventi religiosi in chiave controriformata. Le linee curve del progetto che sta per essere eseguito, collidono con quelle orizzontali della gradinata e l’accostamento dei due stili, quello barocco e quello contemporaneo, stride in maniera evidente».

«Sarebbe stata più opportuna, a nostro avviso, una pavimentazione con basole di granito, in linea con la tradizione e simile a quella del corso principale della città e, ovviamente l’interramento dei cavi elettrici – conclude la lettera –. Alla luce di queste brevi considerazioni crediamo opportune nuove riflessioni in merito alla modifica di un sito di interesse religioso, storico ed archeologico considerato identitario dai serresi, che costituisce la culla, ormai quasi millenaria, della nostra comunità certosina».

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