Cent'anni di profumi alla corte del bergamotto, a Reggio il laboratorio più antico

La città dello Stretto ospita ancora oggi un tempio della cosmetica moderna, che torna a vivere grazie a Rotary, Soprintendenza, Università: la Stazione delle Essenze

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di Monica La Torre
24 agosto 2020
15:20
La Stazione delle Essenze di Reggio Calabria. Nel riquadro, Dina Porpiglia
La Stazione delle Essenze di Reggio Calabria. Nel riquadro, Dina Porpiglia

Sono in molti a sorprendersi nello scoprire che uno dei primi laboratori italiani preposti al controllo qualità è stato attivato a Reggio Calabria. Siamo ai primi del Novecento, ed il centro, istituito con decreto legislativo luogotenenziale il 20 giugno 1918, corrisponde alla Stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati dagli agrumi di via Tommasini, attualmente sotto l'egida della Camera di Commercio.

Mastri profumieri

Qui venivano testate, analizzate e classificate le essenze degli agrumi coltivati tra Calabria e Sicilia, destinati tanto all'industria internazionale, quanto all'alimentazione. Qui si incrociava la domanda e l'offerta tra coltivatori e maestri profumieri. Da qui è passata la storia della cosmetica moderna. Qui le grandi case produttrici erano di casa: ed alcune di loro, ancora oggi, guardano con attenzione agli sviluppi futuri dei progetti di valorizzazione che attendono la Stazione.


Un laboratorio antico

La Stazione, laboratorio e biblioteca di raro fascino, con annessi i reperti che configuravano un potenziale Museo storico del Bergamotto, è quindi tra i simboli meno conosciuti ma più potenti della Reggio degli anni d'oro: quel Novecento che la vide protagonista, economicamente e socialmente, quale città capace di incarnare i sogni di gloria e le ambizioni della Reggio Bella e Gentile tanto dei primi anni del secolo, quanto del Ventennio.

La Bella Epoque

Era l'epoca durante la quale, sul chilometro più bello d'Italia vagheggiato dal D'Annunzio, si affacciavano ambizioni imprenditoriali e politiche di non poco conto. E quella mentalità imprenditoriale avanguardistica che le grandi famiglie, più che in altre parti della regione, mostravano di avere assimilato grazie alle frequentazioni con la borghesia settentrionale e dalle amicizie sabaude, si riflette nelle atmosfere da Belle Epoque della stazione sperimentale, tra biblioteche e cataloghi, registri e archivi, macchinari ed alambicchi, strumentazioni un tempo all'avanguardia ed oggi di straordinari suggestione.

Il progetto Rotary

La Stazione è il dagherrotipo incorrotto di come eravamo: luogo dell'anima, che dopo aver rischiato la soppressione e l'accorpamento all'omologa parmense dal quale si è salvata grazie all’azione dell’attuale presidente Antonino Tramontana, è oggi oggetto di un progetto di recupero che impegna Soprintendenza, Rotary, Università e Camera di Commercio grazie ad un protocollo d'Intesa, e che è destinato a mettere in sicurezza l'Archivio storico: «Profumi dello Stretto tra scienza e letteratura. La rinascita della Biblioteca della stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati degli agrumi della città metropolitana di Reggio Calabria».

Uno sguardo al futuro

Obiettivo, catalogazione e valorizzazione del patrimonio bibliografico e archivistico della Stazione, scansioni utili alla diffusione on line, integrazione delle attrezzature della Biblioteca per una fruizione estesa del patrimonio, con particolare attenzione agli utenti con deficit sensoriali.
Deus ex machina dell'operazione, la presidente 2019-2020 del Rotary Club Reggio Calabria, l'architetto Dina Porpiglia.

L'intervista alla responsabile

«Reggio Calabria ha una grande tradizione imprenditoriale e culturale, ed una storia unica nel panorama calabrese. Per questo abbiamo inteso valorizzare uno dei simboli della nostra città, frutto dell'investimento di grandi famiglie e dell'ingegno di grandi personaggi. Su tutti, Francesco La Face, direttore della Stazione per 40 anni e tra i fondatori del nostro Club, nel 1948 - premette la Porpiglia -. Stiamo lavorando per restituire alla città la biblioteca della Stazione, e lo facciamo sulla scia del progetto della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, garante, grazie alla presenza costante della Soprintendente Ada Arillotta, del rigore scientifico e metodologico».

Il centenario

«L'obiettivo? La completa digitalizzazione del patrimonio librario e archivistico e il potenziamento della fruibilità della biblioteca. Quest'ultima, in particolare, potrebbe costituire un contenitore culturale strategico a livello internazionale, al servizio della città metropolitana». L'iniziativa, lanciata nel 2019, anno del centenario della biblioteca, prosegue concretamente. Molto è il lavoro da fare, per digitalizzare tutti i volumi che dagli inizi del Novecento sono stati raccolti nella struttura di via Tommasini. Testi ad altissima specializzazione, sulle caratteristiche e gli usi di olii essenziali, agrumi, problematiche alimentari, chimica delle materie prime, tecnologie della trasformazione e tecniche di analisi chimica. La consistenza del patrimonio librario è costituita da circa 1.500 volumi (1.470), 3.500 volumi rilegati con annali di rivista, oltre 100 riviste non rilegate. Esiste solo un catalogo cartaceo ed è verosimile che il riordino possa variare anche significativamente questi numeri.

Il Bollettino storico

Testi e riviste su agrumi, oli essenziali, analisi chimiche, impieghi alimentari. Su tutti, il bollettino della Stazione, edito internamente, che dagli inizi del Novecento è stato pubblicato fino al 2006 senza soluzione di continuità, e che nei decenni ha assunto valenza di rivista scientifica di alto valore internazionale, arricchita negli ultimi anni da abstract di lingua inglese.

L'Università Mediterranea

Anche le scuole e le Università sono state coinvolte nel processo, sia con progetti di alternanza scuola/lavoro, sia grazie alla collaborazione con i Dipartimenti Pau ed Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Referenti per le operazioni di digitalizzazione e del programma di tutoring tecnico/scientifico I docenti Franco Prampolini e Carmelo Musarella.

Giornalista
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