La storia

Tropea, l’arte di Michelangelo: «Guardavo e “rubavo” il mestiere»

VIDEO | Il percorso di un artigiano vibonese che ha trascorso la sua vita lavorando e che oggi ha il desiderio di coinvolgere le scuole per far visitare il suo laboratorio agli studenti  

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di Saverio Caracciolo
25 luglio 2021
15:26

Sin da piccolo ha sempre lavorato: gli bastava guardare qualsiasi mestiere per poi metterlo subito in pratica in tutta autonomia. Michelangelo Gallipoli è un artigiano ed artista tropeano di 84 anni, che ha trascorso la sua vita lavorando. A soli 17 anni aprì un piccolo negozio nella sua città, in via Umberto I, la cosiddetta "via d’i forgiari", la strada su cui, un tempo, sorgevano le botteghe dei fabbri.

La decisione

Oltre a essere un ottimo idraulico, nel corso degli anni Michelangelo imparò anche a realizzare "il vestito in zinco", come lui stesso definisce oggi le controcasse all’interno delle bare di legno. Dopo essersi ritirato dal servizio militare, ed avendo avuto dei problemi di salute legati alla schiena, Angelino si trovò costretto a prendere una decisione: non riuscendo più a fare lavori pesanti ed avendo sempre amato l'arte, si avvicinò alla lavorazione della ceramica, frequentando il laboratorio dell'artista Reginaldo D'Agostino. A ciò aggiunse lo studio della mitologia greca, che lo portò a realizzare delle enormi maschere in terracotta, capaci di incantare le migliaia di turisti in visita a Tropea.


I ricordi 

Tra i ricordi di Michelangelo, oggi, riaffiora un episodio particolare: un giorno il noto attore tropeano Raf Vallone, insieme a sua moglie, l’attrice Elena Varzi, entrarono nel suo negozio e scelsero due maschere greche. Quando l'attore gli chiese il prezzo, il maestro gli rispose che erano «un omaggio a un illustre cittadino tropeano». Vallone, però, non voleva accettare e, alla fine, trovarono un compromesso: accettò il regalo di una sola maschera pagando la seconda. Tornando alla storia di Michelangelo, nel 2015 dopo 47 anni di lavoro arrivò il momento della pensione. Ma la passione per l’arte non si esaurì. Nel garage di casa sua allestì un laboratorio dove continuò a realizzare piccoli lavoretti in legno che, per la maggior parte, donava in beneficenza.

Il desiderio

Oggi l’artista tropeano ha un desiderio: coinvolgere le scuole, in modo che gli studenti, visitando il suo laboratorio, possano appassionarsi e capire che la Calabria offre tanto: «Basta solo saperla scoprire e valorizzare – dice - non emigrando, come ho fatto sin da piccolo: nonostante le varie difficoltà economiche, sono rimasto nella mia Tropea, realizzandomi e facendomi apprezzare per quello che le mie mani sono riuscite a creare».

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