Il racconto

Turista per caso nella Cosenza più antica alla scoperta di una bellezza che rapisce

Anche un cosentino doc può rimanere sorpreso da quello che la città bruzia può riservare se per un caso fortuito ti ritrovi in quel dedalo di strade strette che ne rappresenta il cuore

di Franco Laratta
26 agosto 2022
22:00

“Questa sera mi sa tanto che devo rimanere a dormire a Cosenza”. Lo avevo immaginato già di primo mattino. Sapevo che mi aspettava una giornata ricca di impegni. E una serata nella splendida perla del Pollino, Civita.

E infatti si fa Mezzanotte. Decido di rimanere a dormire a Cosenza. Già un paio di ore prima ho cercato un B&B, ma non il solito, volevo qualcosa di diverso, qualcosa con l’anima, carico di cultura e storia. Mi viene in mente che da poco nel cuore della Cosenza Antica qualcuno ha preso in fitto un intero piano di un palazzo importante del rione Giostra Vecchia, Palazzo Grisolia, a due passi dall’ arcivescovado, salendo dalla scalinata che comincia di fronte al caffè storico Renzelli. Già così si avverte profumo di storia. Pensavo che questi giovani calabresi se le inventano tutte pur di rimanere qui.


Al Bistrot Telesio, la signora Maria dà tutte le indicazioni e le notizie utili. Le strade interne della Cosenza Antica sono strette, tutte salite e discese, in un susseguirsi di palazzoni dimenticati, abitazioni molto alte, alcune pericolanti, quasi tutte abbandonate. 

Ecco, da lontano vedo in alto il quartiere "a Justravecchia". Arrivo poco dopo la mezzanotte, una signora mi attende e mi fa entrare nel palazzo da un enorme portone, quelli che caratterizzavano i grandi palazzi di un tempo

Salendo lentamente ho visto pochissima gente in giro, ma si rimane rapiti dai tanti scorci, molto suggestivi, da angoli affascinanti, e qua e là si vedono insegne e targhe che ricordano come tra questi vicoli e dentro questi enormi palazzi, sono state scritte pagine di storia che tutti dovremmo conoscere. Ma oggi siamo tutti presi dai fatti di cronaca, spesso squallida, da non capire più quanto sia importante ricostruire la storia delle nostre origini. Viviamo tutti dell’oggi, e tutto il resto non ci appartiene.

Il Palazzo della Dimora storica Grisolia è di proprietà di Rosa Lorenzon, tra le famiglie più conosciute di Cosenza. A vedere la bellezza e la “nobiltà” degli interni, è chiaro che ci troviamo a contatto con un pezzo di storia. Arredi, arazzi, affreschi, mobilio, quadri rendono la Dimora storica attraente e suggestiva, come fosse un’anziana signora che non ha perso un briciolo della sensualità e della bellezza delle donne di un tempo. La Dimora non sa di vecchio, non profuma di eccessi, di superfluo: tutto è al posto giusto, senza essere invadente. Non farà mai sentire l’ospite o il visitatore un pezzo da museo. Ecco, chi ha preso in cura questo gran bel palazzo, non ne ha fatto un museo, ma dimore nobili e raffinate, adatte per chi per una sera o per un week end, voglia sentirsi ‘un uomo d’altri tempi”! 

Le soluzioni per chi volesse scegliere di dormire in questo angolo di storia sono diverse, dipende dai gusti e dalle esigenze. Pensavo tra me e me: sì, però chissà quanto costa dormire qui? E niente: costa quanto un normale b&b. E qui la sorpresa è stata grande. Notte tranquilla, nessun rumore, con un senso di viaggio all’indietro nel tempo. 

Alle 7 sono già pronto per ripartire. Mi fermo allo storico caffè Renzelli (tra tanti quadri, pergamene e ritratti dei Reali di Casa Savoia), prendo un cappuccino e una squisitissima "Varchiglia alla monacale", un dolce tipico di Cosenza, un’antica ricetta risalente al milletrecento, diffusa dalle Carmelitane Scalze di un convento cosentino, che usavano farne in gran quantità per poi donarle alle ragazze. Faccio colazione guardando il Duomo nell’epoca dei suoi 800 anni, il museo diocesano, la curia arcivescovile. Un incanto!

A pochi metri scorre Corso Telesio, lungo e stretto, una delle arterie più importanti di Cosenza, intitolata a Bernardino Telesio, filosofo cosentino del XVI secolo, autore del “De rerum natura iuxta propria principia” (che mi colpì molto la prima volta che lessi da ventenne).

Corso Telesio anticamente (attorno al ‘500) si chiamava Via dei Mercati, luogo di commercio e di scambio di prodotti e alimenti.  Le piazze lungo questo percorso conservano un nome legato al prodotto un tempo venduto nella piazza stessa: Piazza delle Uova, Via degli Orefici, Piazza degli Speziali.

Corso Telesio giunge infine nella vicina Piazza XV Marzo, dal nome dell’insurrezione del 15 marzo 1844, che anticipò la spedizione dei Fratelli Bandiera. Qui troviamo il palazzo della Provincia, il Teatro di Tradizione Alfonso Rendano, il palazzetto dell’Accademia e la Biblioteca Civica. A Telesio è dedicata una bella statua inaugurata nel 1914.

Mi gira la testa, forse soffro della Sindrome di Stendhal. Scappo via. La storia mi trattiene (fosse possibile ci passerei ore tra questi luoghi) ma la banale attualità incombe. Buongiorno Cosenza.

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