L’esempio del Parco archeologico di Sibari: quando innovazione e cultura si incontrano
VIDEO | Convegno sul tema al museo. Dal Vinitaly alla rivoluzione digitale: ecco quali sono le chiavi per trasformare il territorio in un polo d’eccellenza.
Si è tenuta questa mattina, al Museo archeologico di Sibari, l’iniziativa intitolata "Percorsi di sviluppo del territorio tra cultura e innovazione", organizzata dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con il Parco archeologico di Sibari e l'Enea.
L’evento ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti del mondo delle istituzioni, della cultura e dell’impresa, in un dibattito ricco di spunti sul futuro del territorio, incentrato sul connubio tra patrimonio culturale e innovazione tecnologica. Ad aprire i lavori, l’intervento dell’amministrazione comunale di Cassano allo Ionio, con i saluti istituzionali dell’assessore alla cultura Anna Maria Bianchi, che ha sottolineato l’importanza di manifestazioni come queste per la valorizzazione del ricco patrimonio storico e archeologico della zona.
Subito dopo, Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha introdotto il tema della giornata, evidenziando come la cultura possa rappresentare un volano per lo sviluppo economico, a patto che venga integrata con l’innovazione e una visione strategica di lungo periodo.
Tra gli interventi di rilievo, quello di Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale, che ha parlato della necessità di un approccio normativo solido per la gestione del patrimonio culturale.
Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha posto l’accento sulla gestione e la valorizzazione del patrimonio archeologico, mentre Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, ha approfondito le strategie nazionali per la tutela e la promozione del patrimonio museale, evidenziando come i musei possano fungere da poli d’innovazione.
Ugo Picarelli, fondatore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, ha parlato delle potenzialità del turismo archeologico come motore economico per le aree meno sviluppate, proponendo soluzioni per renderlo un settore più competitivo a livello internazionale. A seguire, Paolo Praticò, dirigente della Regione Calabria, ha illustrato i progetti di sviluppo economico legati agli attrattori culturali regionali, mentre Florindo Rubettino, della casa editrice Rubettino, ha ribadito il ruolo centrale della cultura come strumento di promozione territoriale.
Donatella Armentano, dell’Università della Calabria, ha evidenziato l’importanza della ricerca scientifica e dei laboratori universitari nella valorizzazione del patrimonio, mentre Francesco Ciccione, presidente dell'Entopan, ha esaminato il ruolo della tecnologia e delle start-up innovative nello sviluppo culturale ed economico.
Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, ha invece evidenziato il contributo delle imprese locali nel sostenere iniziative culturali di respiro internazionale. Significativo anche l’intervento di Giorgio Graditi, direttore generale dell'Enea, che ha parlato delle sinergie tra ricerca scientifica e tutela del patrimonio, mentre Paolo Mauriello, ordinario di Geofisica Applicata dell’Università del Molise, ha illustrato le nuove tecniche di ricerca geofisica applicate all’archeologia. Giovanni Portaluri, responsabile degli investimenti pubblici di Invitalia, ha fornito una panoramica sulle opportunità di finanziamento per progetti di valorizzazione culturale e infrastrutturale, prima delle conclusioni affidate ad Antonello Colosimo, presidente dell’Odv Fondazione Magna Grecia, che ha ribadito l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per il rilancio del territorio. A moderare i lavori è stato Fabrizio Frullani, vice direttore del TG2 RAI, che ha sapientemente guidato gli interventi in un dibattito stimolante e propositivo.
L’incontro ha offerto una piattaforma per discutere del futuro del territorio di Sibari, un’area ricca di storia, ma che necessita di strategie innovative per affrontare le sfide del presente e cogliere le opportunità di sviluppo legate alla cultura e all’innovazione tecnologica.
Valorizzazione e crescita dello sviluppo
Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, il quale ha espresso gratitudine nei confronti della Fondazione Magna Grecia per la scelta di Sibari come luogo d’incontro. «I parchi archeologici di Crotone e Sibari, hanno dimostrato quest'anno di essere il motore di cultura e innovazione qui in Calabria». Demma ha affrontato le sfide future per il territorio, che ruotano intorno alla valorizzazione del patrimonio culturale come strumento di crescita e sviluppo locale. L’obiettivo, ha spiegato, è fare in modo che la cultura non sia vista come un fine in sé, ma come un mezzo per migliorare la qualità della vita della popolazione. «Le sfide sono sempre le stesse: riqualificare i luoghi della cultura in Calabria, fare in modo che il nostro patrimonio culturale da fine diventi un mezzo, uno strumento per la crescita culturale della popolazione», ha dichiarato. Dal punto di vista turistico, i numeri confermano una crescita esponenziale. Il direttore ha evidenziato come quest’anno i flussi di visitatori abbiano raggiunto livelli record: «Quest'anno abbiamo raddoppiato i numeri dello scorso anno, che già aveva triplicato quelli pre-pandemia. Solo nei tre giorni del Vinitaly hanno visitato il parco quasi 20000 persone. Pensate che l'anno scorso abbiamo fatto 30000 persone in tutto l'anno». Un risultato che conferma il rilancio in corso e la possibilità di creare un indotto turistico stabile se si riuscirà a mantenere e ampliare le collaborazioni istituzionali, come quella avviata con la Regione Calabria per il Vinitaly. Ma non è solo il turismo a beneficiare di questo rilancio: Demma ha sottolineato anche il potenziale produttivo e culturale della Sibaritide, legato alle tipicità locali. «Possiamo davvero innescare uno sviluppo locale su base culturale», ha affermato, immaginando un’alleanza tra patrimonio archeologico e produzioni agroforestali tipiche della zona. Sul fronte della tecnologia, il direttore ha parlato del progetto "Safety and Security", che prevede l’utilizzo di nuove strumentazioni per il monitoraggio delle strutture nei parchi di Crotone e Sibari.
«Abbiamo una dotazione completa di nuove strumentazioni per il monitoraggio delle strutture, sia con tecnologie satellitari che con sensori che stiamo installando», ha spiegato. Questo avanzamento tecnologico consentirà una gestione più efficiente del patrimonio e dei flussi turistici, nonché un miglioramento nella ricerca scientifica. A dimostrazione di questa innovazione, i parchi sono stati scelti come case study per un convegno internazionale a Roma, durante il quale verranno presentate nuove strategie di accessibilità.
Occupazione per i giovani
Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha evidenziato l’importanza del legame tra la promozione culturale e lo sviluppo del territorio calabrese. Nel giorno in cui la Fondazione celebra il suo quarantesimo anniversario, il presidente di MG ha scelto Sibari come luogo simbolo per riflettere su passato, presente e futuro.
«Sibari è un luogo di eccellenza della Magna Grecia. Immaginiamo che il grande pericolo è la scelta come luogo, come area panellenica. Il primo insediamento magno greco, il primo insediamento in un luogo dove c'era tutto, la ricchezza agricola, la produzione di vino, dell'olio, di tanti altri prodotti che riguardavano l'industria dell'oro», ha dichiarato. Foti ha poi sottolineato come la sfida sia coinvolgere le nuove generazioni, rendendo accessibile la ricca eredità culturale del territorio attraverso strumenti moderni come l’intelligenza artificiale: «Immaginate con l'intelligenza artificiale quante occupazioni di giovani potrebbero essere create, ma soprattutto per far conoscere in giro per il mondo la ricchezza della nostra terra e il contributo che ha dato nel passato alla culla della civiltà mondiale».
Il presidente ha ricordato come la cultura non sia solo un patrimonio del passato, ma un’opportunità di sviluppo economico e sociale per il presente. Riferendosi a chi afferma che “di cultura non si vive”, Foti ha risposto: «Di cultura e di turismo si vive, si vive bene, ma va interpretato bene, perché la cultura è alla base della nostra vita, la conoscenza è alla base della nostra vita, le competenze sono alla base della nostra vita». Tuttavia, ha riconosciuto che la Calabria soffre di una certa carenza in questo ambito, in particolare a causa dell’emigrazione giovanile, che priva la regione di capitale umano qualificato. «Molti giovani lasciano la Calabria e portano ricchezza altrove», ha aggiunto, evidenziando la necessità di trattenere e valorizzare le risorse locali. Fondamentali, secondo Foti, sono le partnership strategiche con enti di ricerca nazionali e internazionali, che permettono di tradurre in progetti concreti il patrimonio culturale. In quest’ottica, l’Enea, ente di ricerca di primaria importanza in Italia, collabora attivamente con la Fondazione: «Abbiamo l'Enea, che è l'ente di ricerca più importante d'Italia, che partecipa a progetti insieme a noi e quindi, insieme ad altri organismi internazionali, abbiamo cooperazione con le università americane, canadesi, argentine, per cui siamo nelle condizioni di produrre progetti, ma soprattutto anche report che possono essere utili alle amministrazioni pubbliche».
L'innovazione tecnologica, infine, gioca un ruolo cruciale nella conservazione del patrimonio culturale e archeologico del territorio calabrese. Il rappresentante della fondazione ha evidenziato l'importanza della digitalizzazione e del contributo che l'intelligenza artificiale può offrire per il futuro: «Intanto digitalizzando tutto il sistema che non esiste al momento in Calabria. Se noi possiamo dare un contributo importante, con l'intelligenza artificiale, ci saranno talmente tante possibilità di sviluppo». La Fondazione, inoltre, sta lavorando anche sul fronte della protezione del patrimonio culturale da eventuali minacce informatiche, grazie a rapporti sul cyber security già avviati.
Tutela dei beni culturali nel contesto costituzionale
Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, ha spiegato il profondo significato storico e culturale di Sibari e della Magna Grecia. La sua presenza al Parco Archeologico di Sibari, ha sottolineato, non è casuale: «Qui nasce la Magna Grecia nel senso che questo è stato nei secoli VI e VII a.C. l'inizio della Magna Grecia. Qui nasce una città, Thuri, fondata da Erodoto, che è colui che ha fondato la storia. Se non ci fosse stato Erodoto, non parleremmo forse oggi di storia. Quindi siamo un po' all'origine della civiltà occidentale e venire qui è un po' respirare l'aria di questo che è stato un grande ciclo che ha caratterizzato la storia umana e la storia del mondo». L’intervento di Baldassarre ha poi toccato l’importanza della tutela dei beni culturali nel contesto costituzionale, sottolineando come la valorizzazione del patrimonio culturale non sia solo una questione giuridica, ma anche economica: «Tutela dei beni artistici e della tradizione è anche un valore economico. Questo forse è un punto debole della politica italiana: non sapere come valorizzare a sufficienza i grandissimi beni che l'Italia possiede. Altri paesi con molti meno beni culturali riescono a pubblicizzare i loro patrimoni, mentre noi, pur possedendo un'inestimabile ricchezza culturale, facciamo meno. Se facessimo qualcosa di più, potremmo valorizzare economicamente ancora di più questi beni». Ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale del diritto nel bilanciare innovazione e conservazione del patrimonio.
Richiamandosi all’antico concetto greco di legge come principio ordinatore, ha spiegato: «Il diritto è equilibrio. Proprio dalla Magna Grecia nasce questa idea che tutto è regolato da leggi, non solo la natura ma anche i comportamenti umani. Quindi leggi significa diritto, e il diritto è portare a equilibrio le cose, far sì che l'una non prevalga sull’altra, ma convivano insieme in una visione armonica delle cose». La visione di Baldassarre evidenzia come la tutela dei beni culturali, sia dal punto di vista giuridico che economico, rappresenti una sfida fondamentale per l’Italia. Solo un approccio equilibrato tra conservazione e innovazione potrà garantire che il patrimonio culturale non solo venga preservato, ma diventi anche un motore di sviluppo per il futuro.
Colosimo: «Occorre fare rete»
Antonello Colosimo, presidente dell’Organo di Vigilanza della Fondazione Magna Grecia, ha espresso il suo profondo apprezzamento per la Calabria e il suo patrimonio culturale. Colosimo, coriglianese di origine, ha sottolineato l'importanza di questa regione: «Si parla di cultura, che è la ricchezza della Calabria. Una terra che ha generato storie, valori, tradizioni. Una terra eterna e anche, ahimè, tanto spesso rappresentata in maniera impropria e inappropriata. Questo territorio rappresenta la conclamazione al contrario: volontà, intelligenza, capacità di riscatto, cultura, messa al sistema. Questa è la Calabria virtuosa. E il lavoro che oggi iniziamo come Fondazione Magna Grecia da Sibari vuole essere virtuoso per garantire anche ai giovani la possibilità di avere una scelta nel rimanere, lavorare, progredire e impegnarsi per il riscatto della propria regione». Colosimo ha inoltre toccato un punto cruciale per lo sviluppo locale, ovvero il dibattito sull'impatto economico della cultura.
«È stato impropriamente detto che la cultura non fa mangiare. Niente di più falso. Con la cultura si mangia», ha ribadito il presidente. Per lui, la cultura è un elemento chiave per creare opportunità economiche, come dimostrato da altre realtà. Ha fatto un esempio significativo: «Pensiamo ai manager americani che si portano il filosofo per spiegare le tecniche di organizzazione del lavoro. Questo già dovrebbe essere indicativo». Sul fronte delle iniziative concrete, Colosimo ha evidenziato l'importanza di un approccio sistemico che coinvolga tutti gli attori locali: «Questo territorio ha bisogno di un'organizzazione a sistema in cui tutte le parti, impresa, enti locali, amministrazioni e la direzione del museo, abbiano un progetto comune di sviluppo». In questo contesto, ha elogiato il Vinitaly come esempio di innovazione, sottolineando il potenziale della tradizione vinicola calabrese e l'opportunità di sfruttare una vetrina così importante come la Fiera di Verona. Colosimo ha infine messo in guardia contro il rischio di eventi isolati e poco strutturati: «Quello che bisogna evitare è di fare gli eventi spot. Fare un evento e abbandonare il territorio non serve. L'evento deve essere produttivo, gemmatorio di iniziative sulle quali costruire lo sviluppo e la crescita».
Aree ricettive in prossimità del Parco: «Troppi vincoli»
L'assessore alla Cultura del Comune di Cassano allo Ionio, Anna Maria Bianchi, ha spiegato le strategie adottate dall'amministrazione per valorizzare il patrimonio culturale locale, in particolare l'area archeologica di Sibari. Bianchi ha sottolineato l'importanza del lavoro sinergico con diverse realtà del territorio: «Le iniziative che abbiamo messo in atto, ovviamente, la prima in assoluto è quella di dialogare con il territorio. Con il direttore Demma abbiamo iniziato un percorso di sinergia tra di noi, ma anche con le altre associazioni, con le scuole. Perché l’amministrazione comunale da sola non ce la può fare se non si fa un lavoro di gruppo, se non si fa un lavoro culturale, un dialogo culturale che è il dialogo universale». Un punto cruciale per lo sviluppo del territorio è rappresentato dalla capacità ricettiva e turistica, particolarmente emersa con il successo del Vinitaly Sibari. «Il Vinitaly è stato un ritorno di immagine notevole per il nostro territorio e per tutta la ricaduta economica che ha comportato», ha affermato Bianchi, facendo notare come l'evento abbia messo in evidenza la necessità di aumentare l’offerta di strutture ricettive, data la grande affluenza di pubblico, con visitatori costretti a trovare alloggi anche a 60 km dal parco archeologico.
«Stiamo valutando nuove possibilità ricettive, ma abbiamo la necessità di avere anche altri supporti», ha aggiunto l’assessore, evidenziando come sia fondamentale l’intervento di altri attori istituzionali per affrontare questa sfida. Un altro tema rilevante è quello dei vincoli archeologici, che in parte limitano lo sviluppo dell’area ma sono anche una risorsa da valorizzare. «Il problema più importante della Sibaritide e dell'area intorno sono i vincoli archeologici. Alcuni sono necessari e dovrebbero essere valorizzati, ma bisognerebbe cercare, con l'aiuto dello Stato e di altre forze, di creare delle aree per sviluppare nuove attività intorno al parco archeologico», ha spiegato Bianchi. Ha inoltre lodato il lavoro del direttore Filippo Demma, che ha dato nuovo slancio al parco, rinnovando l'impegno delle istituzioni nella promozione del patrimonio culturale.