“La guerra Santa di Kirill”, così la Repubblica Ceca impone sanzioni al patriarca russo

Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky: «Non si può abusare della fede per giustificare le atrocità commesse dai soldati russi in Ucraina»

170
di Giusy Criscuolo
28 aprile 2023
21:00
Patriarca russo Kirill
Patriarca russo Kirill

Sembra quasi di rivivere un dejavù, un ritorno al Jihad. Quella ‘Guerra Santa terrena’ proposta dal Califfato Islamico nei confronti dei Kafir (apostati, non credenti). Peccato che qui ci troviamo alle porte dell’Europa e a parlare di “Guerra Santa” non è Abu Bakr al-Baghdadi ma Vladimir Gundayaev in arte il Patriarca Kirill. Anche se questo non dovrebbe meravigliare i ben pensanti, perché anche la Chiesa Cattolica ha commesso le sue belle crociate e le sue ‘guerre sante’ nei vari secoli, per poi ammetterne gli errori e farne ammenda

Così il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky ha tenuto un po’ prima di dire la sua e per farlo, ha atteso la fine della Pasqua ortodossa. «Non si può abusare della fede per giustificare le atrocità commesse dai soldati russi in Ucraina» ha dichiarato in un comunicato stampa del 26 aprile, quando il Governo ceco ha deciso di aggiungere, come prima persona nell'elenco nazionale dei sanzionati il Patriarca Kirill.  Secondo il comunicato stampa, questa decisione è dovuta al fatto che il Patriarca, agli occhi delle autorità ceche abuserebbe della fede per giustificare le atrocità commesse dai soldati russi in Ucraina. A detta del ministro degli Esteri Jan Lipavsky, le prove del coinvolgimento del patriarca nel giustificare una guerra su vasta scala in Ucraina occuperebbero «più di cento pagine».


«Gundyaev è sulla lista delle sanzioni proprio perché non si può abusare della fede per giustificare le atrocità commesse dai soldati russi in Ucraina. In relazione alle frequenti apparizioni pubbliche di questa persona, tutte le informazioni sono disponibili in fonti aperte. Vi assicuro che il pacchetto di prove contiene più di cento pagine» ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Ceca, Jan Lipavsky. Nelle sanzioni sarebbero inclusi: il divieto di ingresso nel paese, l'eventuale congelamento dei beni e il divieto di ricevere fondi dalla Repubblica ceca e si spiega come il Dipartimento di Analisi Finanziaria del Ministero della Finanza sia responsabile dell'attuazione delle misure volte al congelamento dei beni

Sul sito del ministero degli Affari esteri si legge «Controlla se una persona inclusa nell'elenco delle sanzioni ha beni immobili nella Repubblica Ceca. In tal caso, blocca tali beni». Ma ricordiamo che anche altri Paesi hanno già imposto sanzioni contro il Patriarca. Tra questi troviamo il Regno Unito, il Canada, la Lituania e la stessa Ucraina. Tuttavia, nonostante queste prese di posizione, non ci sarebbero ancora sanzioni contro Gundyaev da parte dell’Unione Europea, che tra un colpo al cerchio e uno alla botte cerca di mantenere un equilibrio almeno su terreno ‘Sacro’

Difatti il coordinamento delle sanzioni a livello UE richiede sempre molto tempo e le autorità ceche lo hanno ritenuto uno dei motivi validi per muoversi autonomamente ed introdurre misure restrittive nei confronti del capo della Chiesa ortodossa russa a livello nazionale. A tutti è ben chiaro che dopo l'inizio dell'invasione russa nell'Ucraina, il Patriarca Kirill ha effettivamente sostenuto la guerra. Nelle sue prediche cita spesso l’azione militare e giustifica anche le ragioni dell'invasione. A fronte di ciò il Ministero ha inoltre spiegato che la condizione per l'inclusione di qualsiasi persona nell'elenco delle sanzioni è legata ad «una documentazione completa delle attività che violano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina».

Lo stesso Jan Lipavski, per dare peso alla decisione presa dal Governo ceco ha sottolineato come le sanzioni contro il patriarca Kirill siano già state approvate, da Gran Bretagna, Canada, Lituania e Ucraina. «Tuttavia proporremo tutte le proposte di sanzioni anche a livello dell'UE, perché c'è una differenza quando le sanzioni sono approvate da 27 paesi, piuttosto che da una sola realtà come la Repubblica Ceca». Difatti facendo un salto nel recente passato, quando lo scorso giugno la Gran Bretagna aveva aggiunto il Patriarca Kirill nell'elenco dei sanzionati, nello stesso mese, gli ambasciatori dell'UE avevano approvato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma escludendone il capo della Chiesa ortodossa su insistenza dell'Ungheria e dato sì che questa guerra ha portato ad un becero ritorno al passato adesso non meraviglia che a singolar tenzone vi si possano trovare i redivivi "Potere Temporale" verso "Potere Spirituale".

 

Giornalista
GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top