A Cosenza sit-in della polizia penitenziaria: «Nessun nuovo arrivo nel personale da 24 anni»

La cronica carenza di organico, denunciano i sindacalisti, costringe a stressanti turni di lavoro e a vivere quotidianamente situazioni che mettono a rischio l’incolumità dei poliziotti

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29 maggio 2021
11:25

Sit-in di protesta, questa mattina, davanti alla Prefettura di Cosenza, in piazza 11 Settembre, da parte degli agenti della Polizia penitenziaria. La manifestazione è stata indetta per richiamare l’attenzione sulla carenza di personale.

Da tempo i sindacati chiedono provvedimenti risolutivi, ma gli appelli, finora, sono rimasti inascoltati. La cronica carenza di organico, denunciano i sindacalisti, costringe a stressanti ed estenuanti turni di lavoro e a vivere quotidianamente situazioni che mettono a rischio l’incolumità degli agenti e la sicurezza generale. Nel carcere di Cosenza, viene sottolineato, dovrebbero esserci in servizio 169 agenti, invece ne mancano una cinquantina. Non si registrano nuovi arrivi nel personale dal 1997.


L’incontro con il vice-prefetto

I rappresentanti dei lavoratori sono stati ricevuti dal vice prefetto vicario, Regina Antonella Bardari. All’incontro con la rappresentante del Governo hanno partecipato Claudio Caruso (Osapp), Rocco Gallo (Uilpa), Francesco Filato (Sinappe), Nicola Trovatello (Fns Cisl). Con loro anche il segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo.


«Al vice prefetto Bardari, i rappresentanti dei poliziotti penitenziari, spiega un comunicato diffuso al termine del colloquio - hanno evidenziato la difficoltà di una situazione che li sottopone ad uno stress ormai insostenibile a causa di una grave carenza nell’organico, mai integrata adeguatamente: mancano, infatti, circa 50 poliziotti. Perciò - è stato fatto rilevare - al fine di garantire comunque lo svolgimento della loro delicata attività, sono costretti a sopportare carichi di lavoro che prevedono orari di servizio ben più lunghi di quelli da contratto, tra l’altro con ricaduta nell’orario ordinario di quello che dovrebbe invece essere considerato straordinario, accorpamento di più incarichi, accumulo di congedo ordinario non fruito nei tempi previsti». 

 

 

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