A Reggio Calabria si punta a rilanciare la storica Stazione sperimentale per agrumi

VIDEO | Nata nel secolo scorso per essere un riferimento per l’Industria di Essenze e dei Derivati agrumari, nel tempo il suo potenziale si è disperso. Oggi la Camera di Commercio dà un nuovo impulso e finanzia l’ammodernamento degli antichi laboratori

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di Anna Foti
24 marzo 2021
22:35

Due milioni di euro per il progetto di ammodernamento strutturale e dei laboratori e per il ripristino dell’orto botanico nella proposta dei Contratti Istituzionali di sviluppo Cis Città Metropolitana Reggio Calabria per rilanciare la Stazione sperimentale per l’Industria di Essenze e dei Derivati degli Agrumi sdi Reggio Calabria.

Quei fondi, causa Covid, ad oggi sono bloccati. La Camera di Commercio, di cui la Stazione del 2010 è azienda speciale con la direzione di Natina Crea, ha deciso di non fermarsi e di appaltare, investendo intanto la somma complessiva di 150 mila euro, per la riqualificazione dei laboratori e l’acquisto di nuovi macchinari.Ammodernamento e valorizzazione da conseguire dopo anni di commissariamento e stasi durante i quali il rischio è stato persino quello dell’estinzione. Nel 2009, in fase di riordino, era stato inizialmente deciso di sopprimere la sede a Reggio Calabria e di accorpare la Stazione sperimentale agrumaria a quella per l'industria delle Conserve alimentari con sede a Parma.


Ammodernamento e valorizzazione e con essi il recupero della dimensione nazionale della vocazione agrumicola del territorio di Reggio Calabria, non a caso, scelto nel secolo scorso per essere sede di una Stazione sperimentale per l’Industria con la particolare competenza in materia di Essenze e dei Derivati dagli Agrumi. Queste le parole chiave del piano di rilancio avviato nel 2019 dalla Camera di Commercio reggina.

La storia

Istituita sulla riva calabrese dello Stretto con decreto legislativo luogotenenziale del 1918, la Stazione sperimentale per l’Industria di Essenze e dei Derivati dagli Agrumi, nata come unica in Italia dedicata al settore, dal 1999 Ente pubblico economico, rientrava tra le nove strutture concepite per fare ricerca e attività laboratoriali in determinati settori dell’Industria e per certificare la qualità dei prodotti.

Complici anni di grande difficoltà e altri di commissiariamento, nell’Italia delle grandi trasformazioni anche industriali e in un Sud rimasto sempre più di un passo indietro, l’intuizione che gli agrumi, ricchezza naturale del nostro territorio, avrebbero potuto generare economia e lavoro andò dispersa e con essa anche la prerogativa di certificare la Denominazione di Origine Protetta dell’Olio essenziale di Bergamotto.

Un laboratorio con macchinari superati dalla tecnologia che avanza ma anche una fucina antica di cui resistono tracce e atmosfere: dentro l’edificio di via Tommasini a Reggio Calabria convivono adesso queste due anime.  Accanto al Torchio, alla Macchina calabrese motorizzata o a quella da Bergamotto Gangeri, le foto appese ai muri narrano la fatica del lavoro nei campi delle donne, fondamentale forza produttiva già negli anni Cinquanta e Sessanta, che raccolgono gelsomini a Brancaleone e geranio rosato a Fiumefreddo, e danno voce ai volti segnati dal lavoro degli uomini impegnati nella raccolta di bergamotti.

In quei corridoi, tra libri antichi, documenti di archivio e alambicchi in disuso, scorre una storia che ad un certo punto non è stata più scritta. Stille di un’epoca, neppure troppo lontana, in cui fatica e ricchezza spaccavano, come adesso anche se in modo diverso, la società e in cui strutture come questa facevano sperare in un progresso e in benessere qui poi mai conseguiti. Adesso, dopo decenni e dopo momenti di grande difficoltà, c’è una nuova possibilità; si inizia e delineare una prospettiva di rinascita che certamente valorizzerà una realtà di notevole importanza storica, oltre che produttiva, e arricchirà il territorio in termini economici, culturali e turistici.

Dal viaggio del passato alla visione del futuro

Già in corso il progetto di recupero dell’immenso patrimonio librario e in atto anche una fruttuosa collaborazione con la facoltà reggina di Agraria sui fronti strategici e fondanti dell’analisi e della ricerca, la Camera di Commercio reggina adesso punta ad un rilancio più complessivo e, partendo dai laboratori siti al piano superiore dei due di proprietà della Stazione, intende fermamente conseguire una dimensione produttiva piena, coltivando anche la prospettiva di inserimento in un itinerario culturale e turistico. «Abbiamo immaginato un percorso che dai campi catalogo, dalla natura, approdi alla tecnologia e ai laboratori, facendo tappa alla biblioteca e al polo museale dove saranno esposte le antiche macchine di lavorazione, già patrimonio della Stazione», ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana.

L'avvio del rilancio prima del Covid

Nel 2019 al via la catalogazione dell’imponente patrimonio librario della biblioteca intitolata al secondo presidente della Stazione, Francesco La Face che molto contribuì alla sua ricchezza. Ubicata al primo piano, essa costeggia gli interni del lato che dà su via Vittorio Emanuele, con un suggestivo affaccio sullo Stretto. La biblioteca La Face custodisce migliaia di volumi con testi di alta specializzazione scientifica e di approfondimento sul mondo degli agrumi, delle essenze e della loro lavorazione. Vi è anche un nutrito archivio di documenti e la raccolta delle edizioni del bollettino storico, pubblicato fino al 2006, “Essenze e derivati agrumari”. Il progetto di recupero di questo patrimonio è in attesa di riprendere, sempre nel solco della collaborazione con il Rotary Reggio Calabria la sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria e il convitto Tommaso Campanella di Reggio, con il prezioso contributo delle studentesse e degli studenti impegnati in appositi percorsi di competenze trasversali e orientamento. La catalogazione dei volumi è già stata eseguita. Appena possibile si proseguirà con la digitalizzazione. «Questa importante attività ci consentirà di valorizzare la dimensione storica e culturale della Stazione e di aprire al mondo il suo importante patrimonio librario» ha sottolineato il presidente Tramontana.

Sempre nel 2019 presentata, proprio dalla Stazione Sperimentale reggina, anche la proposta di Contratto Istituzionale di Sviluppo Cis Città metropolitana Reggio Calabria per intercettare dei finanziamenti e riqualificare la struttura. «La proposta attiene all’ammodernamento infrastrutturale, con la previsione di un’area museale, dell’ala del piano terra dello stabile di via Tommasini di proprietà della Stazione, al ripristino dell’orto botanico sito alle spalle del deposito Atam, dove insiste anche un prefabbricato da adibire ad aule multimediali, e all’acquisto della strumentazione per i laboratori di analisi ormai da allestire nuovamente. Intanto l’attività della Stazione continua grazie alla collaborazione con la facoltà di Agraria», ha spiegato il presidente Tramontana.
«Speriamo che il progetto venga finanziato nel più breve tempo possibile, intanto partiremo in questi giorni con i lavori nei laboratori che dovranno essere rinnovati e allestiti con nuovi macchinari entro 90 giorni», ha annunciato il presidente Tramontana.

La collaborazione con la facoltà di Agraria 

Si è consolidata nel tempo ormai una fruttuosa sinergia tra la Stazione sperimentale per l’Industria di Essenze e dei Derivati dagli Agrumi e la facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria per l’espletamento di analisi e ricerca, dunque in ambito laboratoriale e di gestione del campo catalogo, dove già sono in essere importanti studi sulle piante relativamente ai portainnesti e a nuove cultivar. «Una collaborazione che proseguirà e alla quale teniamo senza però voler rinunciare ad una prospettiva di autonomia che consentirà alla stazione di crescere in termini di lavoro e conseguentemente anche di personale, che al momento consta di cinque unità. Prossimamente sarà impegnato anche un dottorando di ricerca in Agraria. La Stazione dovrà puntare a crescere da ogni punto di vista e a conseguire una piena operatività dei suoi laboratori. È nata e resta una struttura di valenza nazionale e come tale dovrà tornare ad essere un’eccellenza», ha concluso Antonino Tramontana, presidente Camera di Commercio di Reggio Calabria.

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