L’ambizioso piano a lungo termine dell’Ue prevede tagli alla Pac, ma la Commissione rassicura: «Agli agricoltori non verrà tolto nulla». Tuttavia, i numeri raccontano un’altra storia
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Con una proposta da oltre 2.000 miliardi di euro, la Commissione europea ha presentato il bilancio più ambizioso nella storia dell’Unione. Una cifra monstre, pensata per affrontare le sfide strategiche del prossimo decennio – dalla difesa alla competitività – ma che, nel farlo, ridisegna gli equilibri di spesa. E nel nuovo disegno, l’agricoltura europea perde terreno. Non solo in termini percentuali, ma anche, secondo molti osservatori, in termini reali.
Il cuore della novità è l’istituzione di un mega-fondo da 865 miliardi di euro, che fonderà in un’unica voce di bilancio i fondi destinati in passato a politiche separate: agricoltura e coesione. All’interno di questo contenitore, la Politica agricola comune (Pac) riceverà 300 miliardi di euro riservati al sostegno del reddito degli agricoltori, cifra che la Commissione considera “blindata” e non soggetta a riassegnazioni. Un altro pacchetto, da 6,3 miliardi, costituirà la rete di sicurezza per far fronte alle crisi di mercato, il doppio della riserva agricola attuale.
Secondo la presidente Ursula von der Leyen, «l’agricoltura sarà rafforzata». Il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, ha ribadito che «il denaro che arriva direttamente agli agricoltori non viene affatto tagliato». Ma non tutti sono convinti.
Il confronto con il bilancio 2021-2027 – che destinava alla Pac 386,6 miliardi, di cui 270 miliardi in pagamenti diretti – mostra chiaramente che qualcosa è cambiato. Non solo il totale appare inferiore, ma anche la struttura è stata trasformata: molti strumenti prima autonomi sono ora assorbiti da capitoli più ampi, rendendo difficile una reale comparazione.
«In termini nominali, ci sono meno soldi», ha ammesso un funzionario Ue. «Ma speriamo che grazie alle sinergie con altri settori politici il sostegno complessivo rimanga simile». Alcune spese agricole potrebbero infatti attingere anche da programmi orizzontali, come Horizon Europe o i fondi di coesione, ma senza garanzie. Intanto, diversi analisti stimano un taglio reale tra il 20 e il 30 per cento, una volta tenuto conto dell’inflazione.
Oltre al dato economico, pesa anche il dato politico: la quota dell’agricoltura nel bilancio Ue scende drasticamente. Passa dal 32,2% del bilancio 2021-2027 a un misero 16,5% nel nuovo schema. Negli anni Ottanta rappresentava oltre il 70% dell’intero bilancio dell’Unione.
Le reazioni non si sono fatte attendere. In un acceso dibattito al Parlamento europeo, Herbert Dorfmann, eurodeputato del Partito popolare europeo (lo stesso della von der Leyen e di Hansen), ha attaccato: «State raddoppiando il Quadro finanziario pluriennale, ma stiamo subendo un taglio del 25 per cento alla Pac. Non cerchi di venderci questo come un successo».
Fuori dall’Europarlamento, la protesta ha assunto toni simbolici. Il “Mercoledì nero dell’agricoltura europea”, così ribattezzato dagli agricoltori, ha visto manifestazioni e blocchi in diverse capitali europee. La principale organizzazione del settore, Copa-Cogeca, ha parlato di «tagli di bilancio occulti» e ha accusato Bruxelles di voler «smantellare l’aspetto comune della Pac», sostituendolo con una «rinazionalizzazione mascherata da semplificazione».
La Commissione, consapevole del malcontento, ha cercato di introdurre correttivi: tra questi un meccanismo di adeguamento automatico all’inflazione, attivabile quando l’indice scende sotto l’1% o supera il 3%, per salvaguardare il potere d’acquisto dei sussidi. Inoltre, sono previsti pagamenti di transizione fino a 200mila euro per le aziende agricole che avviano percorsi di innovazione e ristrutturazione.
Sarà sufficiente per placare le tensioni? La partita è appena cominciata. Il negoziato sul nuovo bilancio a lungo termine durerà mesi e si prevede serrato. Ma una cosa è certa: l’agricoltura, per decenni cuore dell’integrazione europea, non è più al centro della visione strategica di Bruxelles. E per molti agricoltori questo è un cambiamento che suona come una resa.