Nuove opportunità per i giovani calabresi che vogliano immaginare di dedicarsi, in modo professionale e convinto, all’agricoltura. Il settore è in forte crescita, per diverse ragioni, a partire dal costante e rinnovato apprezzamento, sul piano nazionale e internazionale, per il cibo Made in Sud. I fattori premianti sono numerosi: la qualità della variegata proposta meridionale legata alla dimensione della Dieta Mediterranea, che peraltro è irrobustita da una potente componente salutistica; le tante e affascinanti frontiere del gusto esaltate da una biodiversità unica e distintiva; le tradizioni ultra-millenarie che danno vita a materie prime e pietanze che parlano il linguaggio dell’artigianalità e della natura, e non della massificazione industriale; il collegamento decisivo con i territori e la loro inconfondibile identità.

In questo contesto la Calabria, accompagnata da sforzi istituzionali notevoli, sta ottenendo sempre nuovi riconoscimenti e sta restituendo all’agricoltura una centralità vantata per secoli. La storiografia e la letteratura di oltre duemila anni (si pensi, tra gli esempi possibili, alle “Variae” di Cassiodoro), attestano un rapporto solidissimo, congeniale, riconosciuto e strategico fra la Calabria e i suoi prodotti primari: olio, vino, cereali, miele, frutta, ortaggi, ma anche formaggi, salumi, allevamenti e carni di pregio. Nel XXI secolo questo immenso patrimonio agroalimentare ed enogastronomico si riaffaccia nella vita economica e sociale proponendosi come occasione reale e concreta per produrre ricchezza, lavoro, stabilità.

Ecco quindi che il bando “Insediamento giovani agricoltori”, presentato nella Cittadella di Catanzaro dall’assessore regionale Gianluca Gallo, coadiuvato da alcuni dirigenti e tecnici (Francesco Chiellino e Giuseppe De Grazia), si prospetta come un’occasione importante, ma da rispettare e valutare con occhi nuovi e maturi. La dotazione finanziaria complessiva è allo stato di 40 milioni di euro, con opportunità minima per 400 giovani calabresi tra i 18 e i 40 anni. Il contributo massimo previsto, infatti, ammonta a 100mila euro, così ripartiti: 70 mila per l’attuazione del Piano aziendale che deve prevedere spese ammissibili non inferiori a 50 mila euro; 30 mila euro quale premio per il primo insediamento. Una cifra sufficiente, giusta, abbordabile, completamente a carico delle risorse pubbliche, e con procedure burocratiche – è stato spiegato – abbastanza semplificate, ma comunque adeguatamente monitorate per impedire potenziali errori o forzature.

Le esperienze del passato dicono, e qui si apre un ragionamento sulla Calabria che va anche al di là del settore agricolo, che talora la disponibilità di bandi ha prodotto anche fenomeni di accecamento o di improvvisazione (si guardi alle troppe inevitabili revoche, alle rinunce, o peggio a casi di vera e propria illegittimità sollevati dalle autorità competenti). Estremizzando la riflessione pedagogica potremmo dire: si sceglie di intraprendere un’attività, soprattutto nel mondo agroalimentare che comporta scelte di vita specifiche, per chiara vocazione e non perché c’è un bando a disposizione, magari sovradimensionato rispetto alle proprie energie.

Viceversa, non sono i bandi regionali ed europei a dover guidare decisioni di natura personale, perché altrimenti si può incorrere in errore, si può immaginare che sia tutto facile e in discesa, con nodi che giungono sempre al pettine nelle fasi di rendicontazione. L’appello che si può rivolgere, rispetto a questa nuova e seria opportunità per giovani agricoltori calabresi, spiegata con garbo ma fermezza dall’assessore Gianluca Gallo, è legato al concetto primario di responsabilità. Un senso di responsabilità, con spirito e approccio collettivo, che deve riguardare tutti: soggetti beneficiari, consulenti, associazioni di categoria.

La misura presentata in Regione è generosa anche in termini di opportunità: sostiene idee imprenditoriali innovative, con un occhio attento ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, agevola l’acquisizione di terreni, capitali e conoscenze, guarda finanche all’intelligenza artificiale ed ovviamente all’innovazione tecnologica. Un’ulteriore nota positiva nasce dalla preventiva concertazione con le organizzazioni agricole, così come attestato dai numerosi interventi registrati a latere della conferenza stampa (Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Cia, Liberi Agricoltori…). Si discute prima e non dopo, cercando sintesi il più possibile condivise, e facendo tesoro delle criticità emerse negli anni passati. Una politica responsabile per scelte responsabili!