Roccella, l'amaro Rupes conquista il premio come migliore al mondo

VIDEO | Da un'antica ricetta di famiglia, un prodotto di successo. Una giuria di esperti ha infatti riconosciuto il Gold al famoso amaro prodotto nella Locride 

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di Ilario  Balì
12 maggio 2020
13:25

La Calabria si conferma terra invincibile nella produzione di liquori. Una giuria di esperti ha infatti riconosciuto il Gold all’amaro Rupes, prodotto a Roccella Jonica che racconta la storia di un territorio e delle sue eccellenze partendo dai prodotti della natura che nascono e crescono genuinamente.

La storia che narra di come il nome fu coniato da intellettuali patrioti nella prima metà dell’800, facendolo derivare dal luogo in cui veniva distillato: ai piedi della famosa rupe di Roccella, un tempo Anphisia. Il giovane Vincenzo viveva a Roccella. Commerciava beni di prima necessità caricando sulle spalle la sua merce per rifornire i paesi limitrofi. Sottobanco, solo agli amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi d'erbe in distillato, estratto personalmente durante la notte ai piedi della rupe in cui viveva, per non destare sospetti ad occhi indiscreti. Degli ingredienti e della modalità di realizzazione custodiva gelosamente la ricetta tramandatagli dalla cara madre. Fu in una di quelle notti mentre intento a distillare che conobbe Pietro, un giovane avvocato di Roccella di distinta e buona famiglia che si incontrava per discutere, insieme ad altri amici della riviera, all'ombra della notte, a due passi dalla piccola distilleria abusiva. Vincenzo, diffidente inizialmente, accettò di  far provare il suo infuso che continuò a portare di notte per alcuni anni.


 

Passarono molti anni e Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, alla fine del XIX secolo, fece in tempo a strappare un’ultima promessa al figlio. La promessa fu mantenuta. Quella ricetta fu custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni. 

Oggi grazie a quell’antica passione per il commercio, esiste nella Locride un’importante realtà imprenditoriale. E grazie al pronipote che porta il nome del suo trisavolo, e ai due figli Francesco e Luca che il liquore amaro è arrivato sulle tavole.

 

«Il premio è arrivato in maniera inaspettata – spiega il responsabile marketing Anselmo Scaramuzzino – è stato riconosciuto un sacrificio e un impegno che dura da anni, anche nel ricostruire una storia della Locride che parla di italianità. Un premio che arricchisce un prodotto semplice e complesso, così come è anche il nostro territorio».

Giornalista
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