Stagione turistica a rischio a Bova Marina. Gli operatori: «Perdite del 90 per cento»

VIDEO | Dal lungomare devastato dalle mareggiate all’emergenza coronavirus. I titolari delle strutture site lungo la costa reggina: «Dalle istituzioni solo silenzio»

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di Elisa Barresi
27 luglio 2020
08:14

Era novembre del 2019 quando una violenta mareggiata ha totalmente devastato la costa marina. I danni a Bova Marina sono stati stimati per oltre 1 milione di euro ma mentre il mare ha continuato a mostrare i muscoli dalle istituzioni non è arrivato lo stesso segnale. La spiaggia è stata totalmente sommersa dalle onde e l’unica strada di collegamento è franata inesorabilmente sotto l’implacabile forza del mare.

I danni sul lungomare

Quello a cui si assiste oggi è un lungomare totalmente devastato in un piccolo borgo che vive di turismo. Lo stato di calamità naturale non è bastato a far arrivare i fondi necessari. Diverse sono le attività economiche colpite duramente e devastate dalla mareggiata che ancora oggi, a distanza di oltre 7 mesi non riescono a ricominciare e la pandemia a di certo aggravato la situazione. I danni sono troppi e a raccontarlo è Alessandro Tringali titolare dello storico lido “Marechiaro”.


Perdite del 90 per cento

«Con l’arrivo del Covid siamo stati costretti a rimodulare lo svolgere delle nostre attività con diverse restrizioni in merito ai servizi offerti– ci racconta Alessandro – La situazione che abbiamo oggi è evidentemente legata a diversi fattori come la mancanza di strutture idonee alla protezione delle coste. Il problema dell’erosione costiera è noto e si manifesta da oltre 20 anni. Accelerando i tempi di apertura siamo riusciti ad avviare l’attività il primo di luglio e attualmente possiamo dire che abbiamo registrato un calo del 90%».

L’erosione costiera

Tante le cause che hanno portato a questo disastro, sia naturali che generate dall’attività umana. E oggi, in assenza di una strada e di un lungomare percorribile la crisi non lascia scampo.

«Sono tante le cause di tutto questo, ad esempio l’ecomostro che contribuisce alla diversificazione delle correnti, l’abbassamento degli arenili, il fatto che non ci sia un ripascimento naturale da parte dei torrenti. Ma la nostre struttura realizzata e autorizzata in modo permanente è stata spazzata via dal mare».

L’appello alle istituzioni

A gravare su una situazione già precaria sembra essere l’assenza delle istituzioni, in particolare, in tutto questo tempo, solo la città metropolitana di Reggio Calabria ha erogato 3mila euro per affrontare quest’emergenza. Cifra che, ovviamente, non può minimamente bastare.

«Questa è la realtà in cui ci troviamo – conclude amareggiato Alessandro – siamo senza strada e riprogrammati con l’assenza degli enti che, dopo la perizia di valutazione dei danni, sono rimasti in silenzio. Nessuno ha risposto alle nostre lamentele e richieste».

 

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