Calabria in zona gialla tra ristoratori fiduciosi e tanta voglia di normalità

VIDEO | Resta il coprifuoco ma cadono diverse restrizioni. La regione lascia l'arancione guardando con fiducia ai vaccini per contrastare l'avanzata del Covid. Intanto i locali sono pronti a ricevere i clienti all'aperto

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di Rossella  Galati
10 maggio 2021
14:11

Da oggi anche la Calabria si è risvegliata in zona gialla. Fermo restando il coprifuoco, tra le novità più attese contenute nell’ultimo provvedimento del governo recepito dal presidente facente funzioni Spirlì, per contrastare l’avanzata del Covid-19, spostamenti liberi e ristoranti aperti a pranzo e cena con i clienti all’aperto così come per i bar. Ed ecco dunque che pure a Soverato ci si prepara a tornare ad una quasi normalità.

«Finalmente iniziamo a fare di nuovo il nostro lavoro – dice entusiasta Massimo D’Iorio del ristorante Roots di Soverato -, per noi la cosa più importante è avere il contatto con il cliente perché in questo lavoro è necessario. Non ci sembra vero poter tornare alla normalità. Già tra sabato e domenica sono arrivate le prime prenotazioni per oggi a pranzo. Speriamo di poter continuare su questa scia perché ne abbiamo bisogno noi così come tutti i ristoratori, tutte le partite iva e le attività d’Italia. Le perdite sono state importanti, purtroppo non c’è stato tanto sostegno da parte dello Stato. Non prendiamo alcun tipo di ristoro da almeno sei mesi e quindi ora la situazione inizia a farsi veramente pesante. Ovviamente c’è chi sta peggio e chi sta meglio ma siamo tutti sulla stessa barca – conclude il giovane ristoratore - e dobbiamo farci forza perché chi ha il coraggio di investire in Calabria è da ammirare».


Pronti a ripartire

«La nostra sala all’esterno è pronta – spiega Agostino Tedeschi del ristorante 10 Bis -, tra un tavolo e l’altro abbiamo rispettato la distanza di un metro e sessanta e quattro posti per ogni tavolo. Speriamo di ripartire perché siamo messi molto male: siamo chiusi da ottobre, la cassa integrazione non arriva, gli aiuti non arrivano, non arriva niente. Solo i vaccini ci possono salvare».

«Fondamentalmente  in questi mesi abbiamo fatto qualche consegna a domicilio o abbiamo lavorato con l’asporto però  è stato riduttivo – dice Antonio Scarpino, titolare del Luppolo e farina -, ci siamo rilassati un po’ troppo e ora sarebbe il caso di ricominciare seriamente. In più noto che a differenza di altre regioni italiane, dove i locali tendono a chiudere, qui da noi ci sono molte nuove attività che stanno aprendo e questo è un bel segnale. Ci aspettiamo una bella stagione estiva».

«Siamo fermi da sei mesi e da mercoledì siamo pronti a ripartire – ha aggiunto Gianfranco Nisticò del Ristorante 1951 -. Stiamo sistemando il lato esterno del ristorante, faremo turni che andranno dalle 12.30 alle 15.00 e dalle 19.30 alle 22.00 sperando che tutto passi il prima possibile e che si possa tornare a lavorare a pieno regime. Vedremo come andrà. Speriamo che sia una stagione di rinascita e ripartenza».

Giornalista
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