Call center Abramo, a rischio 4mila posti di lavoro: proclamato stato di agitazione

VIDEO | Le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil denunciano «l’atteggiamento irresponsabile di questo imprenditore» che sta facendo perdere commesse all’azienda. Venerdì torna a riunirsi in videoconferenza il tavolo di garanzia

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di Redazione
31 marzo 2021
14:12

Dura presa di posizione dei sindacati sulla crisi dell’Abramo Customer Care. Le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato lo stato d’agitazione in tutte le sedi calabresi dell’azienda, annunciando una manifestazione di protesta.

Dito puntato contro la proprietà

«Sono passati ormai 5 mesi dalla richiesta di concordato presentato dall’azienda al tribunale di Roma lo scorso 30 ottobre, e – scrivono i sindacati in una nota - ancora nessuna luce si intravede in fondo al tunnel per i 4000 lavoratori della Abramo, ormai stremati mentalmente ed economicamente, all’interno di una vertenza sindacale che li vede coinvolti e che ogni giorno che passa si complica sempre di più. Ancora una volta ci vediamo costretti a puntare il dito nei confronti dell’attuale proprietà, le cui scelte all’interno della procedura concorsuale in corso, risultano esclusivamente focalizzate a soddisfare le pretese economiche dell’imprenditore, piuttosto che a ricercare la migliore soluzione per i lavoratori e per dare un futuro a questa azienda».


«Già da subito – spiegano le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - avevamo denunciato che la Abramo aveva ostacolato la due diligence completa a tutte le aziende che avevano interesse a fare un'offerta tra cui la System House che si è vista costretta poi a presentare direttamente l’offerta al tribunale. A suffragare e confermare questo nostro convincimento sono stati gli ultimi eventi con l’uscita di due comunicati a mezzo stampa: il primo del fondo Heritage che informava di aver ritirato la proposta d’affitto rendendosi disponibile all’eventuale acquisto all'asta; il secondo della Abramo che per una strana coincidenza dichiara di non voler più affittare l’azienda preferendo da subito l’opzione della vendita attraverso un’asta pubblica».

«Imprenditore irresponsabile»

I sindacati denunciano poi «l’atteggiamento irresponsabile di questo imprenditore che, pur di perseguire i suoi scopi, non ha nessuna esitazione ad attuare strategie legali spregiudicate, rendendo sempre più incerta la soluzione della vertenza, gettando nello sconforto e nella disperazione migliaia di lavoratori e le loro famiglie, che vedono sempre più probabile la prospettiva del fallimento della società.

Fra gli effetti collaterali di questi atteggiamenti e dei ritardi nella presentazione del piano concordatario, la perdita anche della commessa “Ho Mobile” lavorata sulla sede di Montalto Uffugo e l’apertura della Gara Poste Italiane dove la Abramo non potrà partecipare per mancanza di alcuni requisiti. Conseguenze queste ampiamente prevedibili e che lentamente stanno erodendo il valore dell’azienda e depauperando l’enorme patrimonio di professionalità dei lavoratori della Abramo, unanimemente riconosciuto a livello nazionale».

Proclamato stato d'agitazione

«Seppur tranquilli che lo strumento della clausola sociale sia una tutela importante ed una garanzia per la continuità occupazionale dei lavoratori, davanti al precipitare degli eventi e – è scritto ancora nella nota - alla presa d’atto della volontà imprenditoriale che dopo il declino sembra indirizzata verso l’eutanasia della sua creatura, come Slc Cgil, Fistel Cisl E Uilcom Uil interesseremo le Prefetture calabresi, la Regione Calabria e, tramite le Segreterie Nazionali, chiederemo con forza l'apertura di un tavolo di crisi presso il Ministero Dello Sviluppo Economico».

«Sin da ora, comunque proclamiamo lo stato di agitazione su tutte le sedi regionali e – concludono - non appena la situazione pandemica lo renderà possibile, sarà organizzata una manifestazione di protesta davanti alla sede aziendale della Holding in Caraffa di Catanzaro».

Il tavolo di garanzia

Intanto, venerdì 2 aprile alle 16:00 torna a riunirsi – in videoconferenza per le restrizioni anti-Covid - il tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone. La riunione, convocata dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Greco, vedrà la partecipazione del sindaco Vincenzo Voce, dell’assessore alle Attività Produttive Luca Bossi e di una rappresentanza dei consiglieri comunali. Sono stati invitati la proprietà, i parlamentari del territorio, la Regione Calabria e i sindacati.

 

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