Futuro al lavoro, sindacati in piazza a Reggio Calabria per il Sud

VIDEO | L'iniziativa si terrà il 22 giugno. Vincenzo Colla (Cgil): «Per il Mezzogiorno serve un nuovo Risorgimento»

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di Giovanni Verduci
6 giugno 2019
13:14

“Futuro al lavoro”: è questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per lanciare sui canali social la mobilitazione nazionale per il Mezzogiorno che si terrà il 22 giugno a Reggio Calabria. In riva allo Stretto scenderanno i vertici dei sindacati confederali e i segretari Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo si alterneranno sul palco di Piazza Duomo per rilanciare la piattaforma studiata dai sindacati per la ripartenza del Sud. In questa direzione a Catanzaro, presso la Casa delle culture, si sono riuniti gli Attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Catanzaro. Le conclusioni del dibattito sono state tratte da Vincenzo Colla, braccio destro di Landini alla guida della Cgil.

 


«Per il Sud - ha detto Colla - è indispensabile un nuovo Rinascimento, è opportuna l’avvio di una nuova fase di crescita che passi dall’implementazione degli investimenti, dall’ammodernamento delle infrastrutture, da una nuova formazione finalizzata al corretto utilizzo delle nuove tecnologie, dalla messa a sistema delle Yes e dal rilancio produttivo del porto di Gioia Tauro».

Per Francesco Mingrone, segretario generale della Cigl di Catanzaro-Vibo-Crotone, «vanno messi in campo interventi a sostegno della tutela dell’ambiente e della forestazione, in un’ottica di cura e manutenzione del territorio contro i rischi del dissesto idrogeologico. Il 22 giugno saremo in piazza per dire che il Paese cresce se cresce il Mezzogiorno, per dire no ad un progetto di autonomia differenziata che viola i principi costituzionali di sussidiarietà' e solidarietà».

 

I lavori degli Attivi unitari sono stati introdotto da Santo Biondo, Segretario generale della Uil Calabria. «Ripartiamo dal Sud - ha detto Santo Biondo - per unire il Paese. Facciamolo tenendo nella giusta considerazione la necessità di rafforzare il nostro percorso unitario. Facciamolo perché il Mezzogiorno è ancora in piena sofferenza, lontano dal resto del Paese e sempre più marginale da quell’Europa a cui guardiamo per il futuro. È arrivato il momento di chiedere al Governo per il Sud spesa corrente e spesa in contro capitale da parte dello Stato, iniziando dallo stimolare questo Governo sull’attuazione della clausola del 34% di spesa da parte dello Stato a favore del Sud, clausola contenuta all’interno della legge di bilancio del 2018 e non ancora applicata. Un piano straordinario che, finanziato da risorse nazionali ed europee, apra per il Mezzogiorno una grande stagione di investimenti pubblici e privati e ricostruisca a favore dei cittadini calabresi e meridionali una rete di servizi pubblici e sociali degni di un Paese civile, servizi che la nostra Costituzione prescrive siano uguali in tutta la Nazione, a partire dalla sanità, dai trasporti, dall’istruzione, dai servizi sociali nei comuni a favore dei pensionati».

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