La certificazione

Cipolla Igp di Tropea, la regina “rossa” della Calabria ha un valore al consumo di 60 milioni di euro

Uno dei simboli della produzione ortofrutticola della nostra regione può contare su una filiera da 20mila tonnellate, composta da vivaisti, produttori, intermediari e confezionatori

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di Redazione Economia
27 febbraio 2024
13:33

L'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (ICQRF) dei prodotti agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste (Masaf) ha rinnovato per i prossimi tre anni l’autorizzazione a Csqa ad effettuare i controlli per l’Indicazione geografica protetta cipolla rossa di Tropea Calabria.

Un prodotto rappresentativo del paniere dei prodotti tutelati della Calabria, una regione che - esclusivamente in ambito food - può vantare 21 prodotti Dop Igp per un valore economico pari a 30 milioni di euro di valore alla produzione generato dal lavoro di 1.634 operatori (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2023).


Molto apprezzata già nel Medioevo e nel Rinascimento, la Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp  può contare oggi su una filiera da 20mila tonnellate di produzione certificata — di cui circa il 20% destinate alla trasformazione — e 170 operatori in grado di generare 60 milioni di euro di valore al consumo.

Dal 2008 il Consorzio di tutela Cipolla Rossa di Tropea salvaguardia e valorizza questa eccellenza con attività in diversi campi con l’obiettivo far crescere la filiera e portare valore a tutti gli operatori, dai produttori ai confezionatori. Sono infatti attive progettualità in ambito promozione e comunicazione a livello nazionale e internazionale – dalle grandi fiere ai media specializzati – così come in ambito di turismo enogastronomico in collaborazione con gli operatori del territorio – la “Tropea Experience” – e di controlli e vigilanza nei punti vendita e sul web. Per il prossimo futuro sono pronti a partire attività di promozione legate ai bandi europei “Agrip”, anche in collaborazione con altri prodotti ortofrutticoli calabresi e italiani Dop Igp, e soprattutto progetti di ricerca indirizzati alla sostenibilità e alla soluzione delle criticità legate ai cambiamenti climatici.

La scelta di riconfermare l'organismo di certificazione Csqa, dopo i primi tre anni, è stata dettata «dalla volontà di portare a compimento una nuova metodica di controllo», come afferma Giuseppe Laria, Presidente del Consorzio di tutela: «Nell’era dell’intelligenza artificiale, anche nella delicata fase dei controlli, è necessario cercare di garantire tempestività e precisione nella rilevazione dei dati di certificazione, di produzione e vendita. Grazie all’impegno di Csqa avremo a breve l’informatizzazione immediata, su piattaforma online, delle diverse operazioni inerenti il sistema di controllo. Si potrà quindi disporre in tempo reale, per ogni soggetto operante nell’area Igp, delle quantità certificate in fase di produzione e vendita».

«La nostra conferma quale Ente di controllo  sottolinea Pietro Bonato, direttore generale e amministratore delegato di Csqa  – è il risultato del lavoro sinergico svolto sul fronte della garanzia e della valorizzazione di questo prodotto, simbolo della terra e della produzione ortofrutticola calabrese, che rappresenta una straordinaria risorsa non solo economica ma anche sociale e culturale per lo stretto legame che essa ha con il territorio. Un’eccellenza conosciuta e ricercata in tutto il mondo, sia sui mercati nazionali sia in quelli esteri. Siamo orgogliosi, pertanto, di proseguire sul percorso intrapreso e della rinnovata fiducia in Csqa».

 

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