Il progetto

Porto di Corigliano Rossano, la federazione di imprese e turismo spinge per la banchina crocieristica

VIDEO | Il presidente dell'associazione Giuseppe Zampino: «Questi temi devono essere affrontati da persone abilitate a discutere della materia e non da chi è mosso da interessi personali» 

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di Matteo Lauria
15 dicembre 2022
22:00

Si guarda la futuro del porto di Corigliano Rossano ad ampio raggio. Tra i settori trainanti è dominante quello turistico, oltre alla pesca e ai collegamenti commerciali. I vertici dell’Autorità portuale di Gioia Tauro vogliono la banchina crocieristica. Costo totale: 22milioni di euro. L’investimento ha subito, tuttavia, un sostanziale incremento anche a causa dei rincari dovuti alla guerra in atto. All’appello mancano 12 milioni di euro, di cui 10 sono già disponibili. In molti pongono perplessità sui costi di gestione e logistici e su un mercato che rischia di non esserci.

Giuseppe Zampino

La «materia richiede conoscenza, ma spesso chi si pronuncia parla senza cognizione», fa sapere il presidente regionale dell’associazione Fiavet (federazione italiana associazione imprese e turismo) Giuseppe Zampino secondo il quale tali temi devono essere «affrontati da soggetti rappresentativi di categoria e abilitati a discutere della materia e non certo da chi porta avanti solo ed esclusivamente interessi personali». Il mercato c’è, il porto di Taranto risponde, Crotone pure. Vuol dire che nel Golfo l’economia pulsa.

Del futuro del porto jonico si parla da oltre 40 anni. Nel 2006 alcuni operatori del settore cercarono di charterizzare navi non riuscendo a farlo considerato gli onerosi costi tra ormeggiatori e rimorchiatori. Partirono le prime interlocuzioni con le varie istituzioni nel 2007 volute dagli operatori turistici della zona (agenzie viaggi e tour operator specializzati nel settore di vendita crocieristica ) conoscitori della materia. Il loro obiettivo era quello che il porto partisse dal punto di vista degli attracchi e delle partenze crocieristiche. D’altronde, le richieste delle compagnia di bandiera sono sotto gli occhi di tutti, sta solo alla politica dare attuazione a un vero e proprio processi di rilancio dell’infrastruttura.


«Uno scalo crocieristico - afferma il presidente Zampino - serve soprattutto per uno sviluppo di incoming per soggiorni nelle basse stagioni di almeno 1-2  notti, per i clienti provenienti da altre regioni, come la Sicilia che per poter vivere una crociera sulla parte orientale imbarcava almeno fino al 2020 da Bari – Brindisi – Taranto. Oggi l’idea della vera partenza del porto crocieristico, deve basarsi sulla diminuzione concreta al minimo della tariffe di ormeggio, rimorchiatori etc.;  la cessione della banchina crocieristica ad aziende che operano nel settore sull’esempio di Crotone».

Secondo il massimo rappresentante della Fiavet al momento «il settore crocieristico risulta sempre in crescita. Bisogna fare leva molto sulla politica e non già sugli armatori». Infine, il rappresentante Fiavet pone un problema di sburocratizzazione delle procedure per il rilascio dei passaporti i cui ritardi determinano danni consistenti agli operatori turistici.  

Giornalista
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