Coronavirus, blocco fiere e congressi: «Così si spegne l’economia del Paese»

VIDEO | Colpiti dall’ultimo Dpcm, gli operatori del settore chiedono una rimodulazione delle misure: «Abbiamo fatto ingenti investimenti per garantire la sicurezza, chiudere ora significa distruggere un intero settore»

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di Daniela  Amatruda
21 ottobre 2020
17:51

«Bloccare le fiere e i congressi significa spegnere l’economia del Paese perché non potranno lavorare, non solo le imprese del settore, ma gli alberghi, i ristoranti, i taxi, gli allestitori, le società di catering, le cooperative di facchinaggio, i service tecnici. Nel 2020 il settore congressuale e fieristico ha subito una riduzione dei fatturati dell’80% e sono a rischio 650 mila posti di lavoro in tutta Italia». Questo il contenuto della lettera che la Presidente nazionale di Federcongressi & eventi Alessandra Alberelli ha inviato al premier Conte per chiedere una rimodulazione delle misure. 

Lasciare la scelta alle Regioni 

Ed ancora, prosegue la nota: «Non ci sono stati focolai di contagio nelle fiere e nei congressi appena svolti – ha dichiarato Alberelli -. Si lasci alle Regioni la scelta delle manifestazioni e grandi eventi da vietare tramite ordinanze. Siamo disponibili a concordare nuovi protocolli di sicurezza ma non a nuove chiusure».


L’appello degli operatori del settore

Un grido d’allarme raccolto dalla titolare dell’agenzia “Chronos Present & Future” di Catanzaro, Alfonsa Trapasso, operante nel settore da 30 anni insieme a Giacomo Borrino, che ha spiegato cosa cambierà dopo questo nuovo Dpcm che di fatto blocca ogni attività in presenza: «La notizia ci ha sconvolto - afferma Trapasso – perché stavamo riprendendo un po' di ossigeno dopo i mesi devastanti del lockdown durante i quali avevamo visto in un attimo cancellati decine di appuntamenti. Negli ultimi mesi, anche se a regime ridotto, avevamo comunque ripreso a lavorare. Ora l'ultimo decreto ci fa sprofondare nuovamente».

Garantiamo sicurezza

«Tutti noi operatori del settore - evidenzia Trapasso – abbiamo fatto ingenti investimenti per garantire la sicurezza, come i rilevatori agli ingressi di temperatura corporea, i sistemi di igienizzazione degli spazi, percorsi guidati ed il contapersone per non creare assembramenti. Chiudere adesso significa non poter neppure programmare l’attività del 2021, distruggendo un intero comparto che invece resta aperto in altri paesi europei con tassi di contagio ben più alti del nostro e in una regione come la Calabria dichiarata al di sotto della soglia critica nella prevenzione e nel controllo del Coronavirus».

La testimonianza 

«Questo lavoro rappresenta la mia vita – ha dichiarato Daniela Procopio – è da 16 anni che collabora con la Chronos. È stato ed è un periodo molto difficile sia dal punto di vista sanitario che economico. I miei titolari fanno fatica a portare avanti l’agenzia, ma ci stiamo impegnando tutti, giorno per giorno, per riuscire ad andare avanti. Siamo forti e combattivi – ha concluso Procopio - e cerchiamo di inventarci qualsiasi cosa per sopravvivere». 

Ordinanza regionale 

«A giugno – aggiunge Trapasso – grazie all'impegno del consigliere regionale, capogruppo di Fratelli d'Italia, Filippo Pietropaolo, e alla sensibilità e prontezza della Presidente Jole Santelli, era stata elaborata un'ordinanza per far riprendere gli eventi legati al nostro settore in Calabria. Ora chiediamo ai rappresentanti regionali e al presidente della Provincia, Sergio Abramo, la medesima attenzione».

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