Cosenza, forestali senza cassa integrazione: la denuncia dei sindacati

I segretari generali di Cisl, Cgil e Uil denunciano ritardi e anomalie nell'erogazione dei trattamenti economici da parte dell'Inps negli ultimi mesi, con lavoratori che ancora aspettano i soldi di novembre e altri esclusi dalla Cisoa

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12 febbraio 2021
13:51

Da qualche tempo i dipendenti dei cantieri forestali del cosentino si ritrovano a fare i conti con ritardi e anomalie nella liquidazione dei loro emolumenti che li costringono a fare i salti mortali per arrivare a fine mese. A denunciarlo sono i segretari generali di tre sindacati della provincia di Cosenza, uniti nella difesa dei numerosi lavoratori che, con l'esplosione della pandemia, si sono ritrovati in cassa integrazione salariale (Cisoa) senza però ricevere quanto spetterebbe loro.

L'Inps e i calcoli sbagliati

La situazione descritta da Pisani (Fai Cisl), Nicoletti (Flai Cgil Cosenza), Lanciano (Flai Cgil Pollino) e De Gregorio (Uila Uil) è preoccupante: «Molti lavoratori – raccontano i quattro sindacalisti - stanno ricevendo il trattamento di integrazione salariale in ritardo, altri lo ricevono solo in parte, inoltre sono anche rimasti esclusi lavoratori che percepiscono prestazione di pensione». I segretari hanno anche identificato il colpevole di quanto sta accadendo: l’Inps. L'istituto di previdenza, «che si occupa di erogare la parte più consistente della Cisoa», avrebbe sbagliato alcuni calcoli e così le procedure sono andate in tilt.


Non si arriva a fine mese

Pisani, Nicoletti, Lanciano e De Gregorio chiedono a chi di dovere di «intervenire al più presto» per sbloccare i pagamenti. «Molte famiglie sono in grandissima difficoltà, alcuni attendono addirittura la mensilità di novembre, ed è evidente che in questo modo non si può continuare, non sono più tollerabili né sostenibili ulteriori ritardi e mensilità parziali», scrivono i segretari. Poi descrivono le lamentele raccolte tra i loro iscritti: «Ogni giorno ci comunicano che non riescono ad andare avanti, sono padri e madri di famiglia, non arrivano a fine mese pur avendo un lavoro a tempo indeterminato».

Dagli appelli alla battaglia

Stando così le cose, «la rabbia e la frustrazione» dei lavoratori, in mancanza di «un intervento immediato e risolutivo», rischiano di rendere la situazione «davvero esplosiva». Il problema è già noto da tempo sia agli enti gestori che alla sede regionale dell'Inps, ma ogni appello a risolverlo finora è rimasto inascoltato. Tant'è che, i segretari non escludono di passare dalle richieste d'aiuto allo scontro vero e proprio. Se la situazione dovesse perdurare, concludono, «saremo costretti a prendere decisioni per intraprendere azioni forti insieme ai lavoratori e alle nostre federazioni regionali».

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