Trasporto e assistenza disabili a Cosenza, stangata del Comune alle famiglie

INTERVISTA| Gli effetti del dissesto si abbattono sulle fasce deboli: quadruplicati i costi dei servizi. Chiesta anche una integrazione della tariffa con effetto retroattivo

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di Salvatore Bruno
6 giugno 2020
09:12
Disabile in strada, foto Ansa (di Franco Silvi)
Disabile in strada, foto Ansa (di Franco Silvi)

«Con il dissesto, nulla cambia per i cittadini» era stato più o meno affermato dal sindaco Mario Occhiuto all’indomani della sentenza con la quale le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno dichiarato il default di Palazzo dei Bruzi. Un concetto difficile da spiegare alle famiglie che usufruiscono del servizio di accompagnamento e trasporto disabili e dell’assistenza domiciliare, affidato alla cooperativa Adiss ed erogato in compartecipazione sulla spesa, dal Comune di Cosenza.

Ritocco obbligatorio

Con il 2020, le tariffe sono quadruplicate per effetto della delibera del Consiglio adottata il 28 gennaio scorso, con la quale l’assemblea, per obbligo di legge, ha dovuto ritoccare al rialzo la quota del contributo dovuta per accedere ai servizi a domanda individuale. Parliamo di mensa scolastica, asili nido, servizi pre e post scuola, baby parking e, come detto, assistenza alle famiglie con soggetti disabili. Di conseguenza, è cresciuto fino a quattro volte, il costo di queste prestazioni fino all’anno scorso in buona parte coperto dall’amministrazione.


Telefonate inattese

Ma le sorprese per le famiglie non sono finite qui. All’indomani della modifica, immediatamente esecutiva, gli uffici del settore Educazione, in quel momento diretti da Alessia Loise, adesso spostata all’anagrafe, hanno dimenticare di avvisare i diretti interessati. L’ingrato compito di telefonare agli interessati, è toccato adesso al nuovo dirigente, Matilde Fittante, la quale si è vista costretta anche a chiedere l’integrazione tariffaria per i mesi arretrati di febbraio, marzo, aprile e maggio.

Servizi sospesi per il Covid

Il Covid si è allora rivelata, davvero un paradosso, una circostanza fortunata poiché per buona parte del periodo il servizio è stato sospeso proprio a causa dell’emergenza coronavirus. Altrimenti per le famiglie sarebbe stato un salasso. In ogni caso l’assessore al welfare Alessandra De Rosa, entrata in carica soltanto a marzo, sta cercando di reperire le risorse necessarie a coprire la quota di compartecipazione tariffaria spettante alle famiglie per questo primo scorcio del 2020.

Tesoretto in cassa

Un tentativo doveroso, in considerazione del fatto che i fruitori del servizio non fossero stati informati dell’aumento, che li ha quindi colti completamente impreparati. Tra le soluzioni ipotizzate c'è quella di impiegare i fondi stanziati per altri servizi connessi alla scuola, come la mensa, e risparmiati in virtù della sospensione anticipata delle lezioni. Un piccolo tesoretto rimasto nelle casse comunali.

La proposta

Va in questa direzione anche la proposta di Bianca Rende, esponente di Italia Viva in consiglio comunale. «Gli uffici hanno commesso un errore a cui bisogna riparare - dice - trovando le coperture per il periodo in cui le famiglie hanno usufruito dei servizi inconsapevoli dell'aumento delle tariffe. Ma anche per il futuro sarebbe utile prevedere lo stanziamento di risorse per le categorie svantaggiate nel redigere il bilancio stabilmente riequilibrato». Ecco l'intervista.

 

Giornalista
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