Covid, bed and breakfast e affittacamere esclusi da ristori: «Settore al collasso»

VIDEO | L’associazione regionale di categoria in Calabria sollecita la Cittadella chiedendo interventi per il settore: «Molte attività stanno chiudendo»

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di Francesca Caiazzo
14 dicembre 2020
21:09

Dimenticati dal governo e dalla Regione. È il grido d’allarme che lanciano i gestori dei bed and breakfast non imprenditoriali calabresi, esclusi da ogni forma di aiuto e di ristoro da quando è iniziata la pandemia.

Le restrizioni anti Covid hanno messo in ginocchio il settore turistico-alberghiero, che ha registrato un vistoso calo di presenze anche durante il periodo estivo. Da Roma sono arrivati sostegni economici per le strutture ricettive, ma B&B in family e affittacamere sono rimasti fuori, anche dai benefici concessi dalla Regione.  


Eppure a marzo l’Arbbac (l’associazione regionale di categoria bed and breakfast e affittacamere) aveva avuto un incontro con l’assessore regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, a quanto pare infruttuoso, e ora torna a sollecitare interventi.

Molte attività stanno chiudendo

«I b&b in family purtroppo sono al collasso – spiega Giuseppe Frisenda, presidente dell’Arbbac – Le stanze sono vuote, la gente non si sposta. Ci sono oltre 2.000 strutture in Calabria per oltre 6.000 posti letto: un segmento importante l’extra-alberghiero che però non ha avuto alcun aiuto». La situazione per alcune attività è davvero drammatica: «Noi proviamo ad andare avanti ma ci sono tanti giovani e tante famiglie che vivono solo grazie a questo reddito e stanno chiudendo».

Ecco perché l’Arbbac torna a chiedere maggiore attenzione per questo settore: «Chiediamo un incontro per confrontarci su come la Regione può aiutarci non solo a breve termine ma anche nel futuro, con un progetto di più ampia visione. Se la Regione vuole puntare sul turismo, come sembra voglia fare, bisogna fare sistema e aiutare tutto il settore turistico».

Comune sordo

L’associazione di categoria ha provato a bussare anche alle porte dei comuni. A Crotone, dove le strutture di questo tipo sono una settantina, dall’ente non è arrivata ancora alcuna risposta. «Abbiamo scritto per chiedere un incontro ma – afferma Giovanni Musumeci, delegato crotonese dell’Arbbac – siamo stati ignorati sia dal sindaco che dall’assessore competente. Capisco che questa nuova giunta comunale abbia ben altre priorità, ma anche noi siamo una priorità: il tempo passa e di lavoro non se parla».

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