Crisi call center Abramo, il tavolo di garanzia al prefetto: «Convochi l’azienda»

VIDEO | Secondo i partecipanti all’incontro è necessario un confronto con i vertici aziendali e che si attivi anche la Regione Calabria

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di Francesca Caiazzo
15 gennaio 2021
20:30

La vicenda dell’Abramo Customer Care approda in Prefettura. La Uil ha infatti inoltrato richiesta al Prefetto, Maria Carolina Ippolito, di convocare un incontro formale con i vertici dell’azienda, alla presenza delle parte sociali e delle istituzioni. Una proposta che è stata condivisa dai partecipanti al tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone e convocato dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Greco, nel pomeriggio di oggi.

«Il prefetto convochi Abramo»

L’iniziativa, spiega il segretario generale della Uil di Crotone, Fabio Tomaino, ha lo scopo di «scongiurare soluzioni preconfezionate che se si rivelassero negative, rischiano di non salvaguardare i livelli occupazionali e noi non abbiamo intenzione di perdere alcun posto di lavoro». E in ballo, di posti di lavoro, ce ne sono 4 mila, dei quali 3 mila in Calabria e, in particolare, 1300 circa nella sede pitagorica. «È il momento che si faccia chiarezza sulla vicenda per capire i meccanismi e sostenere il percorso» aggiunge il sindacalista.


Anche l’assessore comunale alle Attività Produttive, Luca Bossi (in rappresentanza del sindaco e della giunta comunale), ha rimarcato la «necessità primaria di tutelare i dipendenti e rilanciare l’azienda che nel corso degli anni si è strutturata con specifiche competenze che rappresentano il più grande valore aggiunto».

«Il governo c’è»

All’incontro, tra gli altri, hanno preso parte anche i deputati Elisabetta Barbuto, del Movimento 5 Stelle e Sergio Torromino, di Forza Italia, che hanno garantito il loro impegno costante nel monitorare l’evoluzione della situazione. La parlamentare pentastellata difende l’operato del governo: «Sia il Ministero del Lavoro che quello dello Sviluppo economico stanno seguendo la vicenda e stanno anche valutando con attenzione l’eventuale corresponsione di incentivi alla società che rileverà l’Abramo in queste operazioni molto delicate. L’intento è quello di assicurare fino all’ultimo posto di lavoro».

Un lavoro in tandem, quello di Torromino e Barbuto a Roma: «Ci stiamo interfecciando costantemente a livello politico, per quanto compete il nostro ruolo, ma – spiega il deputato – io sono andato oltre, cercando una interlocuzione con la direzione generale dell’azienda con cui stiamo seguendo delle operazioni».

 

Non si può accelerare

L’impegno politico e istituzionale è importante, ma ci sono comunque procedure e tempi da rispettare, concordano i due parlamentari: «Non è possibile accelerare il percorso in questo momento» spiega Barbuto, ricordando che sulla vicenda dovrà pronunciarsi il Tribunale di Roma, a cui l’Abramo ha presentato richiesta di concordato preventivo. Ad oggi, l’unica offerta di acquisizione formalmente presentata – e valutata da tutti positivamente - è quella di un fondo irlandese che in passato ha già investito nel settore del Contact Center. Un acquirente serio, secondo Torromino. L’iter procedurale, insomma, non si risolverà prima di marzo.

Coinvolgere azienda e Regione Calabria

All’incontro di oggi, erano presenti anche alcuni consiglieri comunali di Crotone, il presidente della II° Commissione Consiliare Permanente Domenico Ceraudo, Giovanni Casiere per la Uilcam e l’avvocato Giuseppe Donnici in qualità di esperto di procedure concorsuali che ha dato disponibilità a supportare gratuitamente la problematica dei lavoratori.

Il dibattito si è concluso con la proposta di Barbuto di cadenzare gli incontri anche settimanalmente con la necessaria presenza della proprietà dell’Abramo Customer Care e di rappresentanti della Regione Calabria.

 

 

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