Lavoro Calabria

Crisi call center Abramo, sindacati: «Crisi di liquidità sarebbe punto di non ritorno»

Le segreteria nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno partecipato al tavolo convocato dal Mise chiedendo la salvaguardia dei posti di lavoro e la garanzia sul pagamento degli stipendi

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di Redazione
6 agosto 2021
08:00

L’assenza di offerte all’asta pubblica per la vendita dell’Abramo Customer Care rappresenta una situazione «di forte criticità». È quanto hanno evidenziato le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil al tavolo di crisi convocato dal ministero dello Sviluppo Economico svoltosi questa mattina per verificare lo stato della vertenza, che – scrivono i sindacati in una nota congiunta - si configura come «una delle crisi aziendali più gravi in termini occupazionali». Per questo le organizzazioni sindacali «si sono concentrate principalmente sull'obiettivo vitale di salvare ogni singolo posto di lavoro».

Garantire pagamento stipendi

Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno chiesto che venga data «piena continuità nei mesi a venire al pagamento delle retribuzioni dei lavoratori in questo responsabilizzando da subito i committenti». «Oggi più che mai – sostengono - occorre inoltre sensibilizzare la committenza a non drenare volumi e, per le gare ancora in capo all’azienda, perseguire convintamente l’applicazione delle clausole sociali e al contempo del perimetro occupazionale tecnicamente fuori da esse che ammonta ad oltre 100 lavoratori perché la soluzione della crisi non può lasciare fuori nessuno».
«Dopo la conclusione negativa dell'asta – si legge ancora nella nota - si aprono per l'azienda tre strade: una vendita, che oggi appare difficile; il fallimento o l'amministrazione straordinaria».


Problema Durc e Fis

Intanto, «permane la criticità dell'assenza del Durc, ancora impigliato in pastoie burocratiche che vedono al centro l’Inps, sul cui sblocco si pronuncerà il tribunale di Catanzaro il prossimo 24 agosto». A causa del mancato rilascio dell’attestazione di regolarità contributiva, l’azienda non può partecipare alle gare e «lamenta un ritardato pagamento di fatture per circa 13 milioni di euro». Non solo: «Sempre riguardo all’Inps, le organizzazioni sindacali hanno segnalato il preoccupante mancato pagamento del Fondo di integrazione salariale, con arretrati che arrivano fino ad aprile 2021».

Scongurare crisi di liquidità

I sindacati ricordano, infine, che «fino ad oggi l'abnegazione e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori sono stati esemplari. Non sfugge a nessuno però come il fallimento del concordato apra scenari cupi. Ora è il tempo del pragmatismo. Al netto di ciò che deciderà il tribunale di Catanzaro è opportuno intervenire presso i committenti perché sia data piena continuità economica ai lavoratori impegnati sulle loro commesse. Occorre scongiurare la crisi di liquidità che metterebbe a rischio il pagamento degli stipendi, vero punto di non ritorno».

Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil attendono «sin dai prossimi giorni precisi riscontri e soluzioni» alle richieste avanzate nel corso della riunione, che è stata aggiornata ai primi di settembre.

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