Francesco Pugliese è un uomo di 69 anni, residente a Paola, che da tre anni è costretto a combattere un’altra importante battaglia, l’ennesima della sua vita. Dopo aver lavorato per 44 anni nell’ex Consorzio di bonifica ex Valle Lao di Scalea, il 1° febbraio del 2023 è andato in pensione e da allora attende invano l’arrivo del suo Tfr (Trattamento di Fine Rapporto), una somma di denaro che sarebbe servita a realizzare qualche piccolo, grande sogno rimandato a lungo e ad affrontare con serenità i problemi di salute. «Mi sento tradito, deluso – ha detto alle nostre telecamere – dopo aver dato tanto il massimo nel mio lavoro».

I motivi del mancato tfr

Com’è noto, i consorzi di bonifica calabresi, undici in tutto, negli ultimi hanno affrontato gravi difficoltà finanziarie. Per evitare il fallimento e avviare una nuova era, la legge regionale n. 39 del 10 agosto 2023, ha istituito il nuovo Consorzio di Bonifica della Calabria, ente unico. Di conseguenza, quelli territoriali sono stati soppressi e posti in liquidazione, mentre i lavoratori in servizio fino al 31 dicembre 2022 sono stati trasferiti a titolo volontario a Calabria Verde, azienda in house della Regione, nata dalla fusione dell’Afor con le Comunità Montane. Ma anche dopo le nuove disposizioni, la situazione non è mutata. Francesco, ex operaio idraulico-forestale, e tanti suoi ex colleghi, hanno visto andare in fumo i loro sacrifici.

A Paola, per raccontarvi la storia di Francesco Pugliese, ex dipendente di uno dei consorzi di bonifica calabresi, che attende il suo tfr da tre anni.

Il dramma di Francesco

Francesco non si dà pace e affida il suo grido di aiuto al nostro network, perché nonostante le tante richieste inoltrate negli ultimi due anni e mezzo, «nessuno ha mai risposto, tutti tacciono». L’ex operaio ha scritto alle Procure calabresi, ha denunciato sui giornali, ha scritto al Consiglio regionale e poi, di recente, ha chiamato in causa direttamente il presidente della Regine Calabria, Roberto Occhiuto. Ma tutto è restato immutato. Pugliese ha scritto anche a Calabria Verde, che, per pura combinazione, gli ha risposto proprio poche ore fa. Ma non ci sono buone notizie. «La sua richiesta – recita il testo della email - non potrà essere evasa, in quanto non risulta che lei abbia mai avuto un rapporto di lavoro con la scrivente azienda». Per Calabria Verde, Pugliese non ha nulla da pretendere dall’azienda.

La vicenda in Consiglio regionale

La vicenda è approdata anche in Consiglio Regionale, con l’interrogazione n. 313 del 5 febbraio 2025 a firma dei consiglieri Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo, i quali hanno chiesto conto alla giunta presieduta da Occhiuto della situazione finanziaria circa le gestioni liquidatorie dei consorzi soppressi e dei gravi ritardi nell’erogazione del Tfr.

Eppure, la legge regionale 39/2023, all’articolo 36, è chiara: gli oneri delle liquidazioni restano «esclusivamente a carico dei consorzi soppressi». I commissari liquidatori – nominati con decreto n. 5 del 23 gennaio 2024 – avevano dodici mesi per approvare i piani di liquidazione, definire le passività e redigere i bilanci finali. Termine già scaduto a gennaio 2025. Ma le richieste dei lavoratori restano inevase. Il rischio è che il vuoto amministrativo e la confusione normativa si traducano in una grave violazione dei diritti acquisiti dei lavoratori.

Non un caso isolato

Francesco Pugliese e decine di altri ex forestali calabresi attendono risposte e giustizia. La legge individua nei consorzi soppressi i soggetti debitori, ma questi sono in fase di liquidazione e in alcuni casi potrebbero persino essere sottoposti a liquidazione coatta amministrativa.

Nel frattempo, Calabria Verde – nuova casa per il personale attivo – si chiama fuori dalle responsabilità verso chi è già in quiescenza. La domanda, a questo punto, è lecita: chi dovrà pagare il Tfr degli ex forestali calabresi?