Fase 2, a Catanzaro riaprono i mercati rionali: cittadini felici, i commercianti meno

VIDEO | Lunghe file e controlli della temperatura all’ingresso non hanno scoraggiato i residenti del quartiere marinaro, ma i venditori sono perplessi sulla limitazione delle entrate: «Se questa roba non riuscirò a venderla tra oggi e domani dovrò buttarla»

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di Daniela  Amatruda
7 maggio 2020
17:14

Tornano le bancarelle, i rumori del mercato, tornano quelle abitudini che riportano alla vita di qualche mese fa e che ora, poterle riprendere, rappresentano una piccola e grande conquista di libertà. Con la fase 2, al via la riapertura dei mercatini rionali.

 

Le emozioni dei cittadini

«Era ora. Ci mancava andare al mercato. È un ritorno alla normalità, alla libertà». Questi alcuni dei commenti raccolti questa mattina. La riapertura del mercatino rionale del quartiere lido a Catanzaro riaccende la speranza nei cittadini che hanno atteso il proprio turno per poter accedere al mercato. 


 

I controlli all’ingresso

I vigili urbani hanno controllato la temperatura corporea all'ingresso ed hanno consentito l’accesso ad un massimo di 10 persone per volta.«Stiamo contingentando sia l’ingresso che l’uscita– ha spiegato il tenente colonnello della Polizia locale Franco Basile –per consentire di poter accedere in sicurezza. Gli ambulanti, dal canto loro, dovranno adottare le misure disposte dall’Asp: gel disinfettante, mascherine, guanti ed il distanziamento dei banconi dalla clientela per evitare che gli avventori possano toccare i prodotti». 

«L’auspicio è quello di poter riattivare – ha spiegato l’assessore comunale alle attività produttive Alessio Sculco – in maniera rapida e sicura tutte le altre aree mercatali». 

 

Gli ambulanti

Le misure adottate dal Comune però non convincono alcuni commercianti che, a causa della riduzione della clientela, temono di rimanere con molta merce invenduta. «A noi che lavoriamo all’aperto – ha detto un’ambulante – ci vengono a controllare, misurano la temperatura e fanno entrare solo 10 persone per volta. Ma lavorare così non è lavoro e si morirà di fame perché se questa roba non riuscirò a venderla tra oggi e domani, dovrò buttarla». «Lo Stato ci ha dato solo 600 euro – ha detto un altro ambulante -, ma con quelli, per due mesi interi, non siamo riusciti neanche a pagare le bollette. Con le persone che sono venute oggi non credo che riusciremo ad avare guadagni. Ho due figli ed una moglie, non so come si potrà andare avanti». «Dopo tanti anni di lavoro – ha detto un’altra ambulante – non era mai capitata una guerra così, contro un nemico invisibile».

 

Ma c’è anche chi rimane ottimista: «Pian piano riusciremo a lavorare un po’ tutti». Al momento è consentita la vendita solo di frutta e verdura, dal prossimo 18 maggio dovrebbero ripartire anche gli ambulanti del settore abbigliamento, ma anche per questa categoria le difficoltà sono tante poiché la merce della stagione primaverile era stata già acquistata e se non si riuscirà a venderla, non sarà possibile acquistare quella estiva». 

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